La Cina incassa l’approvazione sul libero scambio in Asia Pacifico

APEC 2014 Summit in Beijing, ChinaPECHINO. – Il 22esimo vertice dell’Apec, l’associazione che riunisce i Paesi che si affacciano sull’Oceano Pacifico, si è concluso a Pechino con l’approvazione di una “road map” che dovrebbe portare alla liberalizzazione degli scambi in una regione che comprende le tre economie più forti del mondo – Usa, Cina e Giappone – e che produce il 57% dei beni e servizi del pianeta. Dandone l’annuncio nel futuristico centro costruito sulle rive del lago Yanqi – a 50 chilometri dal centro di Pechino e a ridosso della Grande Muraglia – il presidente Xi Jinping ha affermato che si tratta “di una decisione che sarà scritta nei libri di storia”, raggiante per il via libera al progetto del Free Trade Association of Asia/Pacific (Ftaap), fortemente sostenuto da Pechino, sostanzialmente in concorrenza con la TransPacific Partnership (Tpp), proposta alternativa sostenuta dagli americani che escludeva la Cina. La riunione dei capi di Stato di governo ha concluso una settimana che ha sconvolto la vita della capitale. Scuole, uffici e fabbriche chiusi, il traffico dimezzato dalle targhe alterne e dai controlli dei servizi di sicurezza nel tentativo di ridurre lo smog che spesso avvolge la metropoli. La mobilitazione generale indetta dal Partito Comunista Cinese per assicurare “un piacevole soggiorno” agli ospiti stranieri in quella che è stata una sorta di festa di laurea di Xi Jinping come leader di livello internazionale, ha avuto successo solo parzialmente. Il livello delle particelle inquinanti PM2,5 per metro cubo d’aria è sceso dalle 400 di fine ottobre alle attuali 150-200, sempre nettamente al di sopra della quantità massima considerata tollerabile dagli esperti, che è di 60 per metro cubo. Nel suo discorso di chiusura del vertice, Xi ha precisato che la decisione è quella di procedere ad uno “studio strategico collettivo” che dovrà essere concluso nel 2016 e che dovrà indicare i passi concreti per realizzate la zona di libero scambio chiamata Free Trade Association of Asia/Pacific. Xi ha sottolineato diplomaticamente che la Ftaap non è antagonista alla TransPacific Partnerishp (Tpp), promossa invece dal presidente americano Barack Obama, che ha presieduto una riunione dei 12 Paesi che si sono dichiarati disposti a farne parte. Al contrario, secondo Xi, la Ftaap sarà una “aggregazione” delle altre iniziative sul tappeto “come la Tpp”. In poche parole, un compromesso tra Cina e Usa, sancito dall’amicizia che i due leader hanno ostentato in una serie di circostanze, tra cui una passeggiata al chiaro di luna, accompagnati solo dagli interpreti, nel complesso residenziale di Zhongnanhai, a due passi dalla Città Proibita, dove vivono i dirigenti del Partito Comunista. I due leader hanno sorriso e chiacchierato come due amiconi, indossando ancora le giacche tutte uguali, che i leader, nel rispetto della tradizione dell’Apec, hanno usato per le foto ricordo e che avrebbero dovuto essere ispirate allo stile “classico” cinese. Secondo il New York Times, invece, ricordavano più la serie televisiva Star Trek che lo stile di Shanghai Tan, il più famoso designer cinese. Sul piano concreto, Cina e Usa hanno raggiunto un accordo sulla riduzione delle tariffe doganali per una serie di beni elettronici che deve ancora essere approvata dagli altri firmatari dell’Information Technology Agreement (Ita) del 1996. Se andrà in porto si tratterà, hanno ricordato fonti della delegazione americana, “della prima riduzione di tariffe degli ultimi 20 anni”. Sul piano diplomatico, tutti sono soddisfatti per l’incontro di tra Xi e il premier giapponese Shinzo Abe, che potrebbe segnare la fine di una fase di confronto tra le due potenze asiatiche e l’inizio di un nuovo periodo di collaborazione. Giappone e Cina, ha dichiarato lo stesso Abe, sono “legati da un destino comune” e “hanno bisogno l’uno dell’altra”. (Beniamino Natale/Ansa)

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