Giro: “Comites, elezioni rinviate, si va ai tempi supplementari”

ROMA – È la stessa partita, solo che si va ai tempi supplementari. Si affida alla metafora calcistica il sottosegretario Giro per spiegare cosa succede ora che le elezioni dei Comites sono state rinviate al 17 aprile e che il nuovo termine per iscriversi negli elenchi consolari è fissato al 18 marzo.

Arriva all’indomani del rinvio delle elezioni dei Comites la prima audizione del sottosegretario agli esteri al Comitato della Camera presieduto da Fabio Porta (Pd) e l’argomento non poteva che essere al centro dell’audizione, in cui Giro ha parlato anche della Legge di Stabilità e della rete consolare.
Dopo aver richiamato tutti i rinvii susseguitisi negli anni, e sottolineato che “questo Governo ha deciso di rispettare la scadenza del 2014, perché erano troppi 10 anni senza rappresentatività”, Giro ha ricordato pure che l’articolo 10 del dl 109/2014 ha ribadito che il voto sarebbe stato per corrispondenza, ma con l’inversione dell’opzione.

– Novità importante, quest’ultima, veicolata da ambasciate e consolati in tutti i modi possibili, dalla tv al web, ma anche per lettera, anche se l’informazione non è arrivata a tutti se è vero che gli iscritti negli elenchi consolari – ha riferito Giro – erano, al 4 novembre – cioè a 15 giorni dal vecchio termine per le iscrizioni – poco più di 60mila, cioè meno del 2% degli aventi diritto.

L’inversione dell’opzione è “un esperimento innovativo da mutuare anche per voto politico e referendum, per eliminare le ben note criticità delle modalità del voto all’estero, personalità e segretezza del voto, e il suo costo spospositato” se riferito al numero dei votanti.
– Il numero limitato delle opzioni – ha proseguito Giro – rischiava di ingenerare una limitazione del diritto di voto, nonché dubbi sulla rappresentatività dei nuovi Comites, ma anche sulla pecorribilità del sistema dell’ozpione, quindi è stato preso in considerazione un prolungamento dei termini, viste anche le sottolineature giunte dai vari Comitati, dagli eletti all’estero e dalle Commissioni esteri.

Per questo, l’altra sera il Consiglio dei Ministri “ha rinviato il voto al 17 aprile e fissato al 18 marzo il nuovo termine per l’iscrizione nelle liste degli elettori”. Questo nuovo decreto, dunque, “dà 4 mesi in più per iscriversi, rimanendo ferma la volontà del Governo – attraverso il Maeci e la rete consolare – di continuare a informare fino alla scadenza delle elezioni perché partecipino più connazionali possibile”.

Nel dibattito, è stato posto l’accento sulle motivazioni politiche alla base del rinvio ora e non nel passato, e sulla sorte dei fondi già stanziati (Garavini); sulla ragionevolezza di riparire i termini di tutta la partita, ma solo per l’iscrizione degli elettori e su cosa potrebbe essere fatto là dove nessuna lista ce l’ha fatta anche se il tentativo è stato “serio” (Fedi); posto che è indispensabile salvare il lavoro fatto (Amendola).

Giro ha risposto spiegando che “non stiamo riaprendo le elezioni: il gioco non cambia si va solo ai tempi supplementari”.

– Non abbiamo voluto altre proroghe perché siamo convinti che prima di riformare la rappresentanza degli italiani all’estero ci fosse bisogno che il Governo facesse il suo dovere. Ho sempre detto “no” ad una riforma a freddo – ha detto Giro -. Solo dopo le nuove elezioni potremo discutere con i nuovi Comites che avranno una rappresentatività legittima e con il nuovo Cgie di come riformare tutto il sistema. Sono stati solo allungati i termini per iscriversi a votare e questo perché è una assoluta novità – ha ribadito il sottosegretario -. Sul cosa fare laddove non ci sono state liste stiamo riflettendo per vedere se si può fare qualcosa.

Sul fronte risorse, due punti fermi: il primo è che é possibile aumentare i costi delle elezioni; il secondo è che quei soldi non possono essere dirottati altrove.

– I soldi sono arrivati al Mae, messi nel capitolo 1316, sono e restano per le elezioni dei Comites, non possiamo dirottarli altrove – ha spiegato Giro.

Quanto alle motivazioni del rinvio ora e non mesi fa quando è stato chiesto, il sottosegretario ha spiegato che alla base della decisione di ieri “ci sono i numeri”.

–  I numeri sono un’altra cosa – ha detto -. Ora sappiamo che c’è bassa partecipazione, perché prima di tutto non si sa più che cosa sono i Comites, dopo 10 anni dalle ultime elezioni. Con questa dilazione la corsa sarà meno affannata e fra 4 mesi vedremo se è aumentato il tasso di partecipazione. Numeri alla mano, – ha ribadito, concludendo – solo allora ragioneremo sui problemi che emergono dall’attuale sistema di rapprentanza degli italiani all’estero e sulla possibile riforma attuabile in base alla realtà.

 

Lascia un commento