Emigrazione: Prodi, specializzati all’estero? Paese suicida

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BOLOGNA. – “L’Italia è diventata un Paese di emigranti. Sono quasi tutti specializzati: un terzo sono laureati. Qui prendiamo manodopera a basso livello di specializzazione e diamo all’estero specializzati. E’ un Paese suicida”. E’ un passaggio dell’intervento dell’ex premier Romano Prodi, che ha aperto a Bologna la seconda e ultima giornata del XXVII convegno nazionale Anlaids (associazione nazionale per la lotta contro l’Aids), con una lettura dal titolo ‘Il fenomeno dell’immigrazione come strumento di crescita culturale’. Gli emigrati vanno soprattutto “in Europa, pochi negli Stati Uniti – ha aggiunto Prodi – Il primo Paese è la Gran Bretagna, poi la Germania e la Francia. E’ un problema serio. E continuerà, non vedo correzioni nel futuro”. Per il professore si tratta prevalentemente di un problema italiano: “E’ una dimensione italiana, forse un poco anche spagnola. Per il Paese è un fenomeno molto più rapido e rimarchevole – ha concluso – di quello che non poteva esser considerato in passato”.
In tema di immigrazione “il mondo è drammaticamente in movimento per mille motivi. E il trend è in crescita. Siamo 7 miliardi e 124 milioni e ci sono 232 milioni di immigrati, non parliamo di un piccolo fatto”. L’Europa “è in fase di chiusura. Il Paese leader contro l’immigrazione è la Gran Bretagna. Certamente una politica restrittiva è già cominciata”, ha spiegato Prodi, che ha elencato alcuni numeri di immigrati nel mondo: negli Stati Uniti sarebbero 45 milioni, 11 milioni in Russia, 10 in Germania, nove in Arabia Saudita (“dove ci sono più stranieri che sauditi”, ha detto l’ex premier), sette in Gran Bretagna, in Francia e in Canada, e quasi cinque milioni in Italia. “Venendo all’Unione Europea – ha poi spiegato – gli stranieri sono 34 milioni e non sono pochi, siamo in tutto 496 milioni”. Sull’Italia è “interessante vedere da dove vengono gli immigrati. Il 52% dall’Europa, il 20% dall’Africa e il 18% dall’Asia. Il primo paese è la Romania, seguita dal Marocco, dall’Albania e dalla Cina”. “C’è una percezione negativa vero l’immigrazione – ha concluso Prodi – ma quando poi esaminiamo le varie professioni scopriamo che gli immigrati sostituiscono sempre i mestieri che le nuove generazioni non vogliono fare”.

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