Usa chiedono il sostegno della S.Sede per chiudere Guantanamo

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CITTA’ DEL VATICANO. – Gli Stati Uniti alla ricerca del sostegno della Santa Sede per arrivare allo smantellamento del campo di prigionia di Guantanamo. Nel colloquio di un’ora in Vaticano con il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin, il segretario di Stato Usa John Kerry, ha infatti espresso il desiderio che “la Santa Sede favorisca soluzioni umanitarie adeguate” per la chiusura del carcere di massima sicurezza, situato nella base navale americana a Cuba. Chiusura a cui la Santa Sede, ha sottolineato il portavoce vaticano padre Federico Lombardi, “guarda con favore”. I temi principali dell’incontro di stamane, cui hanno partecipato, da parte americana, anche l’ambasciatore presso la Santa sede e due membri dello staff del segretario di Stato, e per parte vaticana tre officiali della Curia competenti per gli argomenti trattati, sono stati “la situazione in Medio Oriente – ha spiegato Lombardi -, e l’impegno degli Stati Uniti per evitare l’aggravarsi delle tensioni e l’esplosione della violenza; inoltre l’impegno per favorire una ripresa dei negoziati fra Israele e Palestina”. “E’ stato anche illustrato – ha aggiunto il portavoce vaticano – l’impegno degli Stati Uniti per la chiusura del carcere di Guantanamo e il desiderio di una favorevole attenzione della Santa sede alla ricerca delle soluzioni umanitarie adeguate per gli attuali detenuti”. Sotto tale profilo, ha ulteriormente sottolineato Lombardi, “c’è un’attenzione di carattere umanitario: la Santa Sede guarda favorevolmente all’impegno degli Stati Uniti per chiudere il carcere, ma il problema è dove vanno i detenuti, e la Santa Sede può favorire soluzioni”. La brevità del tempo a disposizione per l’incontro – un’ora tra le 9.30 e le 10.30 – ha impedito di approfondire altri temi, che sono stati quindi solo toccati, in particolare la situazione in Ucraina e le sue prospettive e l’emergenza per l’epidemia di Ebola (a quest’ultimo proposito, domani il cardinale Peter Turkson, capo del dicastero Giustizia e Pace, partirà domani per Sierra Leone e Liberia per portare la solidarietà del Papa e di tutta la Chiesa). Fin dal 2008 Barack Obama ha manifestato l’intenzione di chiudere il carcere di massima sicurezza di Guantanamo, aperto nel 2002 dal suo predecessore George W. Bush all’interno della base navale Usa a Cuba per la detenzione – peraltro in condizioni umanitarie molto discusse – dei prigionieri catturati in Afghanistan e ritenuti collegati ad attività terroristiche. Il 21 gennaio 2009 il presidente americano firmò l’ordine di chiusura del carcere (ma non della base militare), che doveva essere smantellato entro l’anno. A più di cinque anni di distanza, ciò non è ancora avvenuto. Anche a seguito del voto contrario del Senato degli Stati Uniti, il quale con 80 voti contrari e sei favorevoli ha respinto il piano di chiusura che prevedeva un costo di circa 80 milioni di dollari. L’incontro di stamane era il secondo tra il capo della diplomazia Usa e il segretario di Stato vaticano. Kerry e Parolin si erano già visti in Vaticano il 14 gennaio scorso, in un incontro di quasi due ore, in cui avevano parlato della situazione in Siria e Medio Oriente, del negoziato israelo-palestinese, del Sud Sudan e dell’Africa, delle osservazioni dell’episcopato americano per la riforma sanitaria e di temi collegati alla liberta’ religiosa negli Stati Uniti. (di Fausto Gasparroni/ANSA)

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