Cade il segreto bancario svizzero, spinge rientro dei capitali

BANCA-SVIZZERA

ROMA. – Cade il segreto bancario del forziere svizzero. E’ ormai vicinissimo infatti l’atteso accordo fiscale tra Italia e Svizzera per lo scambio automatico di informazioni, che potrebbe arrivare nel giro di poche settimane e comunque al massimo entro l’inizio di marzo. Certo, ci sono ancora alcuni dettagli da limare ma, si assicura, “siamo vicini a chiudere”. Potrebbe così riuscire la mossa ‘a tenaglia’ studiata dal governo italiano, che punta a stanare gli evasori rendendo impossibile da un lato continuare a nascondersi in Svizzera, e offrendo dall’altro lato la possibilità di rimettersi in regola con le norme sul rientro dei capitali. Una boccata di ossigeno per i conti pubblici italiani, visto che, anche se stime ufficiali non ne sono ancora state fatte, le ipotesi vanno dai 5 miliardi dell’ultimo scudo tremontiano fino a 6,5 miliardi. E proprio con il provvedimento sulla voluntary disclosure, entrato in vigore il 2 gennaio, si era cercato di incentivare gli elvetici a giungere a una intesa, dando 60 giorni ai Paesi ‘blacklist’ per siglare accordi bilaterali con l’Italia ed essere così considerati ‘whitelist’, con i relativi vantaggi in termini di minori sanzioni per i cittadini italiani che faranno emergere i fondi illegalmente nascosti oltre confine. Il tam tam sul raggiunto accordo (che dovrebbe riguardare anche la questione dei frontalieri) era partito dalla Svizzera già nei primi giorni dell’anno e l’intera procedura si dovrebbe chiudere appunto entro il 2 marzo, ma l’obiettivo è di fare anche prima. L’intesa potrebbe essere sottoscritta già intorno a metà gennaio, mentre la firma ufficiale potrebbe arrivare nei primi giorni di febbraio. Intanto entro fine gennaio dovrebbe essere pronta anche la procedura per fare pace col fisco, con la predisposizione da parte dell’Agenzia delle entrate del modello per aderire alla collaborazione volontaria. I cittadini italiani con capitali all’estero in nero (ma anche con fondi non dichiarati in Italia) avranno tempo poi fino al 15 settembre per autodenunciarsi e godere di sanzioni e pene ridotte (in particolari non saranno perseguibili per il nuovo reato di autoriciclaggio). Autodenuncia che si differenzia dei precedenti scudi perché non è previsto l’anonimato e si dovranno comunque pagare tutte le imposte dovute. (di Silvia Gasparetto/ANSA)

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