Scandalo Petrobras: nuove accuse contro il partito di Dilma e di Lula

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RIO DE JANEIRO.  – Il tesoriere del Partito dei lavoratori brasiliano (Pt, di sinistra) al governo, Joao Vaccari Neto, è stato interrogato nell’ambito dello scandalo di corruzione che da mesi investe la compagnia statale del greggio, Petrobras. Neto è stato preso in consegna dalla polizia federale e trasferito a San Paolo per deporre davanti ai giudici, che hanno dato il via alla nona fase dell’operazione ‘Lava Jato’ (Autolavaggio), scattata nel marzo 2014 e riguardante sospetti di tangenti per almeno 4 miliardi di dollari dentro il colosso petrolifero verde-oro. Il nome del tesoriere è stato fatto agli inquirenti tra gli altri dal faccendiere Alberto Youssef – già agli arresti e nel frattempo divenuto collaboratore di giustizia – che lo ha indicato come uno degli ”operatori” dello schema di mazzette. Dalla notte scorsa le forze dell’ordine stanno eseguendo 62 mandati di arresto e perquisizione negli stati di San Paolo, Rio de Janeiro, Bahia e Santa Catarina. I blitz arrivano il giorno dopo le dimissioni in blocco dei vertici della Petrobras e della sua presidente, Graca Foster.

Il Partito dei lavoratori brasiliano (Pt, di sinistra, la formazione che fa capo alla presidente Dilma Rousseff e dell’ex presidente Lula) avrebbe ricevuto tra i 150 e i 200 milioni di dollari in tangenti, frutto dello schema di corruzione interno a Petrobras. Lo ha sostenuto davanti ai pm un ex manager del colosso petrolifero verde-oro, Pedro Barusco, a seguito di un accordo premiale (riduzione della pena a partire dalla confessione del reato). Secondo Barusco – che ha fatto anche il nome del tesoriere del Pt, Joao Vaccari Neto, la cifra è il risultato di mazzette in contratti ‘gonfiati’ stipulati da Petrobras tra il 2003 e il 2013.

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