Expo: Carta Milano, protocollo del futuro sul cibo

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MILANO. – Ogni anno nel mondo si sprecano 1,3 miliardi di tonnellate di cibo. Una quantità esorbitante che Governi e istituzioni hanno il dovere di ridurre. E’ tra gli obiettivi di Expo: mettere a punto una Carta di Milano che contenga i nuovi diritti e doveri dell’umanità sul cibo. Un documento condiviso, serio, scientificamente corretto, da consegnare a fine Expo al segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon. Per contribuire a raggiungere questo obiettivo, la Fondazione Barilla Center for Food and Nutrition (BCFN) ha messo a punto il Protocollo Milano: misure di sostenibilità per abbattere lo spreco alimentare nel mondo del 50% entro il 2020. Vi hanno già aderito, tra gli altri, il fondatore di Slow Food, Carlin Petrini e lo chef e “attivista alimentare” Jamie Oliver. Il Protocollo si propone come il documento base della Carta di Milano, che dovrebbe essere la vera eredità di Expo 2015, la Carta su cui i Paesi nelle loro diverse espressioni si impegnano per promuovere la sostenibilità alimentare nel mondo. Se la domanda di Expo è “come nutriremo il pianeta?”, il Protocollo proposto da BCFN e’ una risposta possibile. “Le emergenze sull’alimentazione esistono da molto tempo, ma non sono state fino ad oggi al centro delle agende dei Capi di Stato e di Governo” ha dichiarato Paolo Barilla, vicepresidente della Fondazione Barilla BCFN. “Troppo spesso, i leader mondiali hanno esternalizzato le loro responsabilità, delegando questi temi a grandi organizzazioni internazionali senza poi dare ad esse i poteri per affrontarli adeguatamente.” Per Expo2015, la BCFN vuole mettere a disposizione anni di esperienza per ripartire, appunto, da una carta condivisa. Nato nel 2013, il Protocollo si è avvalso del parere di 500 esperti internazionali e ha raccolto adesioni da quasi 100 istituzioni e organizzazioni pubbliche e private Fra le altre, Coldiretti, Eataly, la Jamie Oliver Foundation, Legambiente, Save The Children, Slow Food e WWF. “Il Protocollo Milano e’ una straordinaria opportunità di sintonizzare su un comune sentire le attenzioni delle istituzioni, della società civile, delle aziende” ha detto il fondatore di Slow Food, Carlin Petrini all’ultimo Salone del Gusto a Torino. “Slow Food ha accompagnato fin dall’inizio il processo di costruzione del Protocollo. Chi lo firma e lo sostiene si impegna formalmente su elementi chiari che consentono politiche produttive e di governo altrettante chiare, e soprattutto verificabili a distanza di tempo. Solo così, e grazie al lavoro di molti, si potrà avere cibo che sia accessibile a tutti e non comprometta la salute del pianeta”.

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