Grecia e Ue trattano, intervento Usa mentre la Bce dà tempo

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ROMA. – Si aprono spiragli per la trattativa fra la Grecia e l’Eurogruppo: Atene rinvia la presentazione della sua richiesta di estensione del prestito per limare il testo alla ricerca di un compromesso digeribile per i partner europei. La Bce concede altro tempo rinnovando i prestiti d’emergenza, e sul negoziato piomba il monito di Washington: senza accordo ci saranno “immediate difficoltà” per la Grecia. Dopo la drammatica rottura del negoziato all’Eurogruppo di lunedì, Atene ha fatto sapere martedì che avrebbe richiesto il rinnovo per sei mesi del prestito dell’Ue che scade a fine mese. Senza però sottoscrivere il “programma di assistenza”, che contiene le condizioni e le misure da adottare, che i partner Ue ritengono irrinunciabile, monitorato fin qui dalla troika. La proposta del ministro delle Finanze Yanis Varoufakis sarebbe quella di applicare soltanto alcune delle misure richieste da Bruxelles. Una sfida aperta alla Commissione Ue, che in termini apparentemente inamovibili fa sapere tramite il vicepresidente Valdis Dombrovskis: se la Grecia vuole i soldi, “deve concludere il programma e le valutazioni periodiche perché è questa la condizione per avere i fondi”. Il muro contro muro prosegue: la cancelliera tedesca Angela Merkel avverte che “la solidarietà e gli sforzi dei paesi che ne beneficiano sono due facce della della stessa medaglia e sarà sempre così”. A poche ore da venerdì, data dell’ultimatum recapitato dall’Europa ad Atene, non c’è notizia di convocazione dell’Eurogruppo che dovrebbe trovare una soluzione dell’ultimo minuto. La Bce rinnova la liquidità d’emergenza alle banche greche per due settimane alzando la disponibilità a 68,3 miliardi da 65. Un segnale di fiducia: può farlo solo sulla presunzione di solvibilità degli istituti. Ma una fiducia a tempo, e senza rinunciare a tenere Atene sotto alta pressione: con i depositi in rapida uscita dalle banche greche, senza un accordo la Grecia potrebbe dover imporre restrizioni ai movimenti di capitali già la prossima settimana per evitare un crac. Dietro le quinte, tuttavia, qualcosa si muove. Secondo quanto risulta all’ANSA da fonti vicine alle trattative, la Grecia avrebbe fatto slittare a giovedì l’invio della proposta all’Eurogruppo, attesa per mercoledì, per limarne il testo sia nella forma che nella sostanza, alla ricerca di un compromesso digeribile per l’Europa. E lo avrebbe fatto dopo una serie di consultazioni a livello europeo e una conference call. Non è chiaro se c’entri qualcosa il pressing internazionale con l’avvicinarsi del momento in cui la Grecia rischia il default senza nuovi aiuti, a marzo. Di certo gli Usa, già intervenuti sullo stallo in Grecia giorni fa con toni soft, stavolta non usano mezzi termini. Il segretario del Tesoro Jack Lew, in una telefonata ad Atene il cui contenuto è stato pubblicato dai suoi uffici, avverte il ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis che “è il momento di passare ai fatti”, trovare un compromesso senza il quale per l’economia ellenica si farà dura, e subito. Un’uscita ufficiale, quella degli Usa, che esula decisamente dal protocollo diplomatico e che Varoufakis, su twitter, si è affrettato a definire “un avvertimento a entrambe le parti” di fronte alle conseguenze che ci sarebbero per la Grecia, ma anche per l’Europa. Al di là delle rigide posizioni ufficiali, si cerca un compromesso dell’ultimo minuto, come nella tradizione dei recenti negoziati a Bruxelles, mentre Fitch avverte: la tattica del rischio calcolato potrebbe avere effetti sul rating ellenico. Jean-Claude Juncker, il presidente dell’Eurogruppo, dice di essere al lavoro per un accordo. Le parole della Merkel, forse non a caso, non citano esplicitamente il “programma di assistenza”. Un accordo potrebbe passare per una formula semantica che eviti di citare il ‘programma’ vituperato da Atene, ma comunque imbrigli il governo Tsipras a una serie di paletti e non assomigli al ‘prestito ponte’ chiesto da Atene. Lo scontro passerà per il surplus di bilancio al netto degli interessi richiesto alla Grecia: Varoufakis punta all’1,5%, meno della metà di quanto pattuito nel programma con Ue e Fmi. Rifiuta privatizzazioni a prezzi da saldo, intende ribaltare la riforma del mercato del lavoro, dice no a tagli delle pensioni e aumenti dell’Iva. Ma le posizioni non sono così distanti. Le parti potrebbero venirsi incontro: il ministro delle Finanze francese, Michel Sapin, si aspetta che avvenga entro la settimana e i mercati ci scommettono: l’Europa chiude all’unisono in rialzo, gli spread sono in calo, con il Btp a 124 e i titoli ellenici a 928 dopo aver sfondato quota 1.000 nei giorni scorsi. (di Domenico Conti/ANSA)

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