Obama rilancia gli accordi commerciali con Europa e Asia

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NEW YORK. – Negoziare nuovi accordi commerciali con Europa ed Asia significa aumentare l’export del ‘made in Usa’. E questo significa rafforzare enormemente l’economia americana e creare molti piu’ posti di lavoro. Cosi’ Barack Obama, in una serie di interviste televisive, ha rilanciato l’offensiva sulla nascita di zone di libero scambio con la Ue e nel Pacifico. Si tratta di una delle priorità del suo secondo mandato, e forse – come sottolineano gli osservatori – l’unico punto il presidente americano è veramente in sintonia con la destra repubblicana. Mentre a contrastarlo sono alcuni settori del partito democratico, preoccupati per le conseguenze che questi accordi potrebbero avere sui lavoratori americani. Non a caso l’offensiva mediatica del presidente è avvenuta su una serie di emittenti negli stati da cui provengono alcuni membri del Congresso appartenenti al suo partito e da sempre contrari alle aperture commerciali e a concessioni verso il Vecchio Continente e l’Asia. Vedi la battagliera senatrice del Massachusetts, Elizabeth Warren, leader dell’area piu’ liberal del partito democratico, quella sinistra che la vorrebbe candidata alla Casa Bianca al posto di Hillary Clinton. In una lettera aperta sul Washington Post, Warren si e’ detta fortemente contraria alle nuove zone di libero scambio, che rischiano di tramutarsi in un boomerang per aziende e lavoratori americani. Ma per Obama sono i numeri a parlare, quelli sul ruolo avuto dalle esportazioni per la ripresa economica. L’export – secondo i dati della Casa Bianca – ha sostenuto circa 11,3 milioni di posti di lavoro nel 2013, un aumento di 1,6 milioni rispetto al 2009. Cifre che per il presidente americano devono far riflettere. Per questo chiedera’ l’autorita’ di poter negoziare i nuovi accordi commerciali che il Congresso potra’ solo approvare o respingere, ma non modificare. Una scommessa – sottolineano molti osservatori – non facile da vincere. Non facile come lo fu per Bill Clinton, che ebbe la fortuna di agire in un periodo di boom economico.

 

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