Online i redditi dei politici, i ministri renziani i “più poveri”

REDDITI-POLITICI

ROMA.- Stipendi, immobili, movimenti finanziari: sono online le dichiarazioni dei redditi del 2014 dei politici italiani. E dai documenti consultabili sul web e riferibili a parlamentari, ministri e dirigenti di partito quest’anno spuntano subito due novità: l’assenza dello storico ‘Paperon de’ Paperoni’ del Parlamento, Silvio Berlusconi e l’esordio di Beppe Grillo. E se il presidente del Senato Pietro Grasso rientra tra i ‘top’ delle più alte cariche istituzionali e il premier Matteo Renzi non supera i 100mila euro, sono le giovani ministre renziane, Madia e Boschi a risultare in coda nella squadra del governo del ‘rottamatore’. All’elenco vanno aggiunte due postille. La prima è che si tratta di redditi risalenti all’anno 2013 e dichiarati l’anno successivo. La seconda è che, alle dichiarazioni online (per molti si trattava del primo anno da parlamentare) vanno aggiunti i congrui extra destinati a chi occupa i banchi di Palazzo Madama e Montecitorio. Indennità che, di fatto, quasi raddoppiano il reddito annuale. E veniamo all’elenco nel quale a Palazzo Chigi, primeggiano il ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi con 278.508 euro e un vasto patrimonio immobiliare che va dal modenese a Forte dei Marmi. A seguire, il ministro del Tesoro Pier Carlo Padoan che nel 2013 – da membro dell’Ocse e quindi senza l’obbligo di presentare il 730 – aveva una retribuzione annua di 216mila euro ai quali si aggiungevano 53mila euro dichiarati dalla moglie al fisco italiano. Pressoché dimezzato, secondo quanto riferito da fonti del tesoro, lo stipendio da titolare del Tesoro, pari a 114mila euro lordi. Tra i ministri spicca il ‘tracollo’ subito dal titolare dei Trasporti Maurizio Lupi, il cui reddito, nel 2013 era di 181.700 euro, circa centomila in meno rispetto al 2012. Poco più di 109mila euro per il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, che nel settembre del 2014 dichiarava inoltre di possedere azioni di Intesa, Unicredit e Generali per un valore di 195mila euro. Tra i più alti anche i redditi del ministro del Lavoro Poletti (189.504), del responsabile Ambiente Galletti (170.954) e del titolare della Cultura Franceschini (156.582) mentre in coda, oltre al ministro della Salute Lorenzin (98.471) figurano due ‘renziane doc’ come il titolare della P.A. Marianna Madia (94.471) e quello delle Riforme Maria Elena Boschi (94.488). Per un Berlusconi che, causa decadenza da senatore, esce dai conteggi, ecco invece il reddito del leader del M5S Beppe Grillo, pari a 147.531 (decurtando le tasse, poco più di 7.500 al mese) ai quali vanno aggiunti la villa di Bibbona, e tre appartamenti: una a Rimini, uno a Lugano e uno a Megeve, sulle Alpi francesi. Tutti con box o posto auto. Il presidente del Senato, Pietro Grasso, nel 2014 dichiarava invece 316.018, quasi il triplo della presidente della Camera Laura Boldrini, con i suoi 115.338. ‘Scomparso’ l’ex Cavaliere, è Antonio Angelucci (FI), re delle cliniche private ed editore di “Libero”, l’uomo d’oro della Camera con 5,2 milioni di euro, seguito dall’avvocato (ex Sc ora Pd) Gregorio Gitti (3,696 milioni) e dal consigliere economico di Renzi, Yoram Gutgeld (3.145.194 euro). E mentre per i neoparlamentari del M5S (alcuni con redditi pari a zero nel 2012) le dichiarazioni oscillano attorno agli 80mila euro, il più povero, a Montecitorio, è il Dem Marco Bergonzi subentrato a Federica Mogherini con un reddito annuale di 1.743 euro e l’11% di azioni di una società immobiliare. L’ex ministro Giulio Tremonti (3,35 milioni) e l’avvocato di Berlusconi Niccolò Ghedini (2,14 mln) guidano la truppa dei milionari al Senato dove si distinguono il cassettista Massimo Mucchetti, con azioni nelle più svariate società e l’appassionato di auto di lusso Nico D’Ascola (per lui, nel 2013, una Hummer e una Grand Cherokee). E Denis Verdini, protagonista del Patto del Nazareno? Nel 2014 dichiarava 90.600 euro, oltre 120mila in meno rispetto all’anno precedente, ma in aprile, acquistava una Mercedes e aumentava la sua quota de “Il Foglio” dal 15 al 21%. (di Michele Esposito/ANSA)

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