Pensioni da fame in Venezuela, l’INPS invia assegni da 10 euro al mese

Pensioni-da-fame-le-contraddizioni-della-previdenza-italiana

CARACAS. – La comunità italiana in Venezuela deve affrontare quest’anno un nuovo e grave problema: la grande maggioranza dei nostri connazionali riceve o riceverà nei prossimi mesi importi di pensione  miseri, nell’ordine di 10/ 20 Euro al mese.

La Voce d’Italia, per fare chiarezza su questo nuovo problema ha intervistato il Dottor Giovanni Di Vaira, Coordinatore Generale del Patronato INCA/CGIL in Venezuela: “Il problema è molto grave la maggior parte delle pensioni pagate dall’INPS si sono ridotte a pochi euro”.

Ma cosa è successo?

“L’Italia ed il Venezuela sono legati da una convenzione bilaterale di sicurezza sociale entrata in vigore nel 1991. In base alla normativa previdenziale italiana l’INPS è obbligato a ricalcolare ogni anno l’importo della propria pensione tenendo presente i redditi che sono tenuti a dichiarare i pensionati. La pensione erogata dal “Seguro Social Venezolano” (IVSS) è un reddito che influisce sull’importo pagato dall’Inps a ogni pensionato. La pensione venezuelana è costantemente aumentata negli ultimi anni. Per esempio, dal primo gennaio 2014 ad oggi è passata da 2.973 BsF a 5.622,48 BsF”.

La pensione venezuelana è collegata al salario minimo, ma questa somma in Italia come viene calcolata?

“Il punto è proprio questo. L’INPS  si attiene al  tasso di cambio ufficiale stabilito dalle autorità, calcolato al 30 novembre del 2014. Quindi per l’anno in corso il valore della pensione venezuelana per l’INPS è uguale a 492 euro al mese”.

Stiamo parlando allora di un importo di  pensione venezuelana che, nel 2015, per l’Italia arriva quasi a 6.400 Euro l’anno…

“Esatto e questo porta a sfiorare o, nella maggior parte dei casi, a superare il limite di reddito  previsto dalla normativa italiana per accedere alle prestazioni assistenziali che vengono erogate dall’INPS assieme alla pensione vera e propria spettante ad ogni pensionato e il cui importo è calcolato sulla base del numero dei contributi versati. Queste prestazioni assistenziali non sono diritti acquisiti. Esse vengono concesse dall’INPS di anno in anno solo se il richiedente può far valere determinati requisiti. Uno di questi requisiti è, appunto, non possedere redditi superiori al limite fissato dalla legge per ogni anno.

Di cosa stiamo parlando?

“Stiamo parlando di maggiorazione sociale e di assegno al nucleo familiare, due prestazioni assistenziali che, come segnalato prima, sono assoggettati ad un limite di reddito”.

Quali sono le cifre?

“Per la maggiorazione sociale sono 136 Euro al mese, l’assegno famigliare 46 Euro al mese”.

Quindi sono questi gli importi che i nostri connazionali si vedono detratti a causa del valore in euro della pensione venezuelana?

“Si. Mediamente, fino allo scorso anno, i nostri pensionati ricevevano circa 200 euro al mese. Tale somma derivava dalle componenti che le ho appena descritto, e dalla somma di pensione sorta dal calcolo del numero dei contributi versati all’INPS. I nostri connazionali normalmente hanno uno, due anni di contributi versati in Italia, quindi la loro pensione al calcolo si aggira attorno ai 10 e i 20 euro al mese. A queste somme si possono aggiungere, secondo i casi e secondo i redditi posseduti, gli importi mensili della maggiorazione sociale (136 Euro) e assegno familiare (46 Euro)”.

Eliminando l’assegno famigliare e la maggiorazione sociale ecco che arrivano pensioni di pochi euro, di chi è la colpa?

“Esatto, una volta superata la soglia di reddito per ottenere queste prestazioni assistenziali, l’INPS le revoca e quindi arriva l’assegno calcolato solo sul numero dei contributi versati. In questo caso il pagamento avviene semestralmente. La colpa non è di nessuno in particolare. E’ la legge previdenziale italiana che stabilisce queste norme che esistono da tanti anni. Non è una normativa che riguarda solo il Venezuela. L’INPS è un Ente pubblico e non può fare altro che calcolare la pensione venezuelana, o di qualsiasi altro paese, sulla base delle indicazioni ufficiali.

Si, ma molti dei nostri connazionali soffrono questo problema. Come può essere risolto?

“La soluzione sarebbe che prima di novembre del presente anno l’importo della pensione venezuelana venisse valutato dalle autorità ad uno degli altri due cambi, Sicad o Simadi, invece di quello attuale di 8,50 BsF per un Euro”.

(Gennaro Buonocore/Voce)