Edilizia a picco, in 5 anni persi mezzo milione di posti

Dramma edilizia, in 5 anni perso un quarto occupati

ROMA. – L’edilizia italiana va a picco. Se l’economia italiana sembra finalmente intravedere una luce in fondo al tunnel, non è così per il mondo delle costruzioni che in quasi 5 anni ha perso praticamente un quarto degli occupati totali: un vero tracollo. A dimostrarlo sono i dati Istat sull’occupazione nel settore, falcidiato dalla crisi economica e ancora lontano dal dare segnali di ben che minima ripresa. Guardare le tabelle dell’Istituto di statistica sugli occupati nei vari settori dell’economia è quasi impressionante. Dal terzo trimestre 2010 i segni meno dell’edilizia sono infiniti. Da 18 trimestri a questa parte, fino cioè agli ultimi mesi del 2014, il calo è ininterrotto. Le costruzioni non hanno mai registrato alcun rimbalzo, nemmeno minimo. Un caso unico, visto che anche l’industria in senso stretto ha mostrato qualche segnale di ripresa dalla metà del 2014, come già nella prima parte del 2012. Per l’edilizia invece non c’è stato scampo. Il momento più drammatico è stato vissuto all’inizio del 2013, con diminuzioni degli occupati a doppia cifra (addirittura -12% tra aprile e giugno di due anni fa). Ma a fine 2014 si è continuato a registrare comunque un più che significativo calo del 7%. Il risultato è che in 5 anni, dalla fine del 2009 alla fine del 2014, i posti persi sono circa 500.000, pari al 25% degli occupati del settore. Da 1.964.000 si è infatti passati a 1.454.000. Niente a che vedere con il buon andamento registrato nell’ultimo periodo dall’agricoltura, con la sostanziale tenuta dei servizi e con la recente ripresa – per quanto lenta e parziale – dell’industria manifatturiera. E’ come se il settore fosse interessato ad una progressiva deindustrializzazione, con un crescente svuotamento dei cantieri. A pesare è stata la caduta, implacabile negli anni della crisi, del mercato immobiliare, oltre al ritardo nel pagamento dei debiti della pubblica amministrazione. Una luce in fondo al tunnel potrebbe arrivare proprio grazie alla spinta data dal governo al risanamento dei debiti p.a., cui si dovrebbero accompagnare nei prossimi mesi gli interventi dello Sblocca-Italia per la cantierizzazione di opere rimaste troppo a lungo bloccate. Anche il mercato immobiliare ha cominciato a dare qualche segnale di risveglio, con compravendite in aumento tra ottobre e dicembre di circa il 4%, ma per smaltire l’invenduto di nuova costruzione servirà ancora tempo. Le difficoltà del settore sono testimoniate anche dai dati ancora più aggiornati di Bankitalia. A gennaio i prestiti elargiti al settore delle costruzioni sono ammontati, secondo Via Nazionale, a 154 miliardi. Una cifra più che significativa considerando che tutto il settore manifatturiero (industria alimentare, meccanica, elettronica, auto, chimica etc…) conta su prestiti ammontati nel primo mese dell’anno a 211 miliardi. Non solo. Sui 185 miliardi di euro di sofferenze bancarie registrate a gennaio, ben 39 miliardi sono ascrivibili proprio all’edilizia, in deciso aumento rispetto ai 31 miliardi di gennaio 2014, e contro sofferenze di “appena” 35 miliardi di tutta la manifattura.

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