Per la Roma un incubo senza fine. Festa viola in Europa

Soccer: Europa League, Roma-Fiorentina

ROMA. – Un’altra serata da incubo, “formato Bayern”, e la Roma dopo l’Italia saluta l’Europa e forse anche il suo mentore, Rudi Garcia. In Europa League avanza la Fiorentina capace di maramaldeggiare sul prato dell’Olimpico (3-0, tutto nei primi ventuno minuti) e di portare a casa una qualificazione ai quarti sacrosanta. L’immagine finale e’ emblematica: Totti dopo 90′ in panchina chiude la serata sotto la curva sud a parlare con i capiultrà che contestano duramente, frapponendosi tra la loro ira e i compagni giallorossi alle sue spalle. Prima di parlare dei meriti viola, bisogna parlare dell’ennesima figuraccia dei giallorossi, incapaci di vincere all’Olimpico da 108 giorni e di gettare alle ortiche la rendita dell’anno scorso. Tre gol in meno di venti minuti raccontano di una partita (in chiave romanista) da brividi, che alla fine ha fatto perdere la pazienza a tutti gli spettatori, con la Curva Sud che ha abbandonato lo stadio dopo appena mezz’ora, tra lancio di bengala, qualche striscione inequivocabile (“mercenari cambiate mestiere” “Roma s’è rorra erc…a presto”) e una marea di fischi, per poi rientrare nel finale per contestare ancora. La Roma non c’è più. Di fisico e soprattutto di testa. Come dimostrano i gol presi – uno dietro l’altro – ‘figli’ della frustrazione, della poca lucidità, e di una condizione approssimativa. Davanti ad una Fiorentina che è venuta all’Olimpico per giocarsela – l’1-1 del Franchi la costringeva a segnare -, messa come sempre bene in campo da Montella con un blindatissimo 3-5-2, i giallorossi si sono spenti alla velocità di un cerino: ha aperto le danze uno sciagurato intervento (inutile) di Holebas su Mati Fernandez per un rigore tanto netto quanto stupido. Nemmeno la ripetizione del penalty deciso dal turco Cakir è riuscita a raddrizzare le sorti della truppa di Garcia che più tardi si deve essere ricordato del fantozziano autogol di Goicoechea ai tempi di Zeman che poi costarono la panchina al boemo. Probabilmente il polacco Skorupski ha fatto di peggio regalando la palla a Marcos Alonso e, di fatto la qualificazione, ai viola. Passano tre minuti e l’ormai imbambolata armata giallorossa (con Totti mesto in panchina) riesce a far anche peggio della terribile serata Champions: allora, contro lo squadrone di Guardiola, furono tre gol dopo 25 minuti, stavolta ai gigliati ne bastano 21. Il resto racconta di un Garcia che cerca di mettere toppe (dentro Iturbe per Torosidis alla mezzora e Verde per Keita, infortunato) a una squadra-fantasma. Alla Fiorentina è bastato un inizio di grande determinazione, applicazione e qualità di gioco, per avere vita facile. Alla fine solo tre i gol nella porta di Skorupski ma non dicono delle occasioni avute dai viola, con un ispiratissimo Salah che a inizio ripresa si beve la difesa giallorossa, arriva a tu per tu con Skorupski ma riesce a mandare sulla traversa un gol già bell’e fatto. Nonostante l’assenza dell’uomo d’area per eccellenza (Gomez in panchina) e del metronomo Pizarro (a casa infortunato), gli uomini di Montella sono stasera molto ispirati e diventa davanti agli sconclusionati giallorossi diventa tutto facile. Ancora più facile rispetto al 2-0 con cui avevano regolato Totti&Co il 3 febbraio: quella era una Roma ‘malata’ ma ancora ancora squadra che adesso abbandona mestamente l’ultima spiaggia stagionale, lasciando via libera alla Fiorentina in Europa e alla contestazione sugli spalti (e anche a un solitario tentativo di invasione) stasera e, probabilmente, a Trigoria domani. Col prologo della gogna cui la Roma si è sottoposta a fine partita, sotto la Curva Sud, cercando protezione sotto le ‘ali’ del suo capitano. (di Sandro Verginelli/ANSA)

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