Vertice alla Camera e al Senato sui vitalizi. Grasso: “Vanno tolti”

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ROMA. – Continua il braccio di ferro tra il presidente del Senato Pietro Grasso e i Questori di Camera e Senato sul taglio dei vitalizi per i condannati. Domani, in un vertice convocato alle 16,30 a Palazzo Madama tra i presidenti delle due Camere e i Questori, ci sarà un confronto sugli 8 pareri richiesti a costituzionalisti e giuslavoristi di cui solo due, quelli di Cesare Mirabelli e Sabino Cassese, risultano nettamente contrari. Dopo la riunione dei Questori del 25 febbraio scorso, che si erano visti senza avvertire l’esponente dei 5 Stelle, Laura Bottici, domani si dovrà giocare a carte scoperte. L’intenzione è quella di arrivare ad una bozza di delibera condivisa che poi dovrà essere votata negli uffici di presidenza dei due rami del Parlamento. E una bozza Grasso l’ha già messa a punto: un documento di due articoli in cui si prevede il taglio dei vitalizi per chi è stato condannato almeno a due anni per reati di mafia, terrorismo, corruzione e tutti quelli contro la Pubblica Amministrazione. Ma, dopo l’incontro segreto dei Questori e la consultazione di Mirabelli sempre a insaputa dei presidenti delle Camere, Grasso ha redatto anche una sorta di contro-parere in cui smonta punto per punto la tesi del presidente emerito della Consulta. Così, allo stato, i pareri sui quali domani si dovrà aprire la discussione sono 9 (8 di costituzionalisti e giuslavoristi più quello di Grasso). E la partita non si annuncia facile visto che nei giorni scorsi si era arrivati addirittura a ipotizzare l’elezione del presidente del Senato alla Consulta (il Parlamento deve indicare due giudici costituzionali) pur di “togliersi di torno” chi continua ad insistere con tanta forza sul taglio dei vitalizi per i parlamentari condannati. Ma dalle relazioni dei “tecnici” la tesi prevalente è quella di dire sì all’eliminazione di un “privilegio ingiustificabile”, come lo definisce Valerio Onida, in caso di condanna per reati così gravi. Oltre al “no” di Mirabelli e Cassese, infatti Onida considera possibile un intervento del legislatore per “superare l’attuale ambiguità della disciplina dei vitalizi non solo per gli ex condannati”, mentre Luciani e Galli danno il via libera anche se con alcune accortezze (togliendone ad esempio una parte). Pace e Ricci, interpellati da Grasso, dicono sì, mentre Ainis parla addirittura di un obbligo di taglio del vitalizio al parlamentare reo se non altro per un discorso di “etica costituzionale”, se non di diritto costituzionale. La decisione che potrebbe venir presa domani, insomma, sarà essenzialmente politica e sarà interessante vedere se l’autodifesa della categoria, quella dei parlamentari, prevarrà o meno sulle intenzioni espresse a parole dai leader di partito nel commentare le varie inchieste giudiziarie. Nell’attesa, dopo la proposta lanciata da Grasso durante la cerimonia in cui si intitolava l’aeroporto di Comiso a Pio La Torre, l’associazione “Riparte il futuro”, quella dei braccialetti bianchi, ha raccolto quasi 400mila firme a favore dello stop ai vitalizi: misura condivisa anche da Don Ciotti che oggi alla Camera si è appellato alle forze politiche affinché i parlamentari condannati perdano il beneficio. (di Anna Laura Bussa/ANSA)

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