Ingegnere tedesco emigrato in Usa volò prima dei Wright

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NEW YORK. – Si chiamava “Condor” e avrebbe volato per oltre un miglio lungo la costa del New England due anni prima dei fratelli Orville e Wilbur Wright: secondo la “bibbia” dell’aviazione Jane’s All the World’s Aircraft, un ingegnere tedesco emigrato in America si sarebbe sollevato dal suolo a Bridgeport, in Connecticut, rubando ai due fratelli dell’Ohio e alla spiaggia di Kitty Hawk in North Carolina il primato del volo umano nel Ventesimo secolo.

Secondo Jane’s sarebbe accaduto il 14 agosto del 1901: il volo del “Condor” avrebbe fatto di Gustav Whitehead (Weisskopf nel cognome prima di emigrare dalla natia Baviera) il nuovo pioniere dell’aviazione mondiale. La tesi, caldeggiata dal direttore della rivista Paul Jackson, ha scatenato subito una contesa tra Stati: tra i due litiganti – Ohio da dove erano originari Wilbur e Orville Wright e la North Carolina, le cui dune furono teatro della loro impresa il 17 dicembre 1903 – il terzo (vale a dire il Connecticut) gode.

“Giustizia rimandata è giustizia negata”, si legge nel titolo di Jane’s secondo cui il tedesco è stato bistrattato dalla storia. In realtà non esistono foto dell’impresa di Whitehead: l’unica prova del suo “primo volo” risiede in un articolo pubblicato all’epoca da un giornale del Connecticut. Ma in un’epoca in cui gli inventori emigranti avevano vita difficile – vedi il caso Meucci-Alexander Bell sul primo telefono – anche l’impresa di Whitehead/Weisskopf finì nel dimenticatoio e solo molti anni dopo che la paternità del primo volo ha creato accese dispute, tra tentativi da parte dei fan del tedesco di dimostrare coi fatti che il “Condor” era in grado di decollare, una replica costruita da un professore di liceo del Connecticut ce l’ha fatta nel 1986.

Con la benedizione del governatore, intanto il Parlamento del Connecticut ha di recente approvato una risoluzione che riconosce allo Stato il primato del volo. Ohio e North Carolina, spesso in dissenso tra loro, si sono coalizzati anche perché la legacy dei Wright è centrale nell’identità dei due Stati a partire dalle targhe automobilistiche, e poi musei, insegne stradali: “E’ la prima volta che andiamo d’accordo su qualcosa”, hanno commentato con il New York Times i senatori statali Rick Perales e Bill Cook.

(di Alessandra BaldiniçANSA)

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