Domani il Papa vede Castro, focus su disgelo e visita a Cuba

Papa Francesco durante l'udienza generale in piazza San Pietro.
CITTA’ DEL VATICANO. – Suo fratello Fidel, leader della ‘revolucion’ cubana, in Vaticano ci venne quasi vent’anni fa, nel novembre 1996, mentre era a Roma per l’incontro mondiale della Fao, e vi incontrò Giovanni Paolo II, che ricevette poi in visita all’Avana il 21 gennaio 1998. Ora a ritornare nella Città Leonina è l’attuale presidente dell’isola comunista, Raul Castro, che ha voluto approfittare del suo tour di questi giorni tra Algeria e Russia – dove a Mosca ha assistito alla grande parata per i 70 anni della vittoria sul nazismo – per inserirvi anche una visita a papa Francesco, Pontefice cui ha riconosciuto pubblicamente un ruolo chiave nel recente disgelo tra Cuba e gli ex nemici Stati Uniti.

Raul Castro incontrerà Bergoglio, domattina alle 9.30 nello studio del Papa presso l’Aula Paolo VI, in una visita che viene definita “strettamente privata” e che, da una parte, segue appunto i pubblici ringraziamenti al Pontefice per la mediazione svolta nel riavvicinamento tra L’Avana e Washington e dall’altra precede di soli quattro mesi la tappa che Francesco farà a Cuba nel prossimo settembre durante il viaggio che lo porterà anche negli Usa.

Sempre domattina il presidente cubano sarà poi ricevuto dal premier Matteo Renzi a Palazzo Chigi, con successivo incontro con la stampa. Non è la prima volta che Raul arriva in Vaticano: da numero due del governo cubano (era ministro della Difesa) e già da successore designato del “lider maximo” vi fece una breve visita già nel dicembre 1997, proprio mentre si preparava lo storico viaggio di Wojtyla nell’isola caraibica.

Tra i temi sul tavolo dell’incontro con Francesco ci saranno sicuramente il disgelo in atto con gli Stati Uniti, annunciato il 17 dicembre scorso, e più in generale la crescente apertura di Cuba verso il contesto internazionale. “Lo stesso viaggio del Papa a Cuba ha questa dimensione e questa proiezione di approcciare l’apertura dell’isola”, ha sottolineato in questi giorni il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin, capo della diplomazia vaticana.

E la stessa scelta di Raul Castro di voler incontrare il Papa, facendo tappa a Roma da Mosca, evidenzia la volontà di un gesto speciale, quasi eccezionale per contraccambiare quanto fatto dal Pontefice a favore dei buoni rapporti tra L’Avana e Washington, inesistenti da oltre 50 anni. Si tratta inoltre, a tutti gli effetti, di un momento di preparazione del pellegrinaggio di Bergoglio sull’isola, con una prima stretta di mano tra i due protagonisti dell’evento e un primo scambio di impressioni sui temi del viaggio: quindi il possibile programma e le tappe (oltre all’Avana “è desiderio del Papa visitare anche una diocesi tra quelle mai visitate dai suoi predecessori”, ha detto sempre Parolin), ancora l’applicazione della ‘normalizzazione’ con Washington e la possibile e auspicata revoca dell’embargo Usa, come pure il ruolo e il contributo della Chiesa cattolica a Cuba.

Aspetto, quest’ultimo, su cui si è da poco conclusa la visita nell’isola del cardinale Beniamino Stella, ‘ministro’ vaticano del Clero ed ex nunzio proprio a Cuba. Sullo sfondo anche le tante questioni latino-americane, che stanno sempre nel cuore del Papa, dopo il recente vertice delle Americhe a Panama, aperto da un messaggio di Bergoglio letto da Parolin e dove proprio Raul Castro e Barack Obama si sono scambiati una storica stretta di mano.

Intanto emergono alcuni dettagli sulla gestazione della prossima visita di Francesco a Cuba, su invito dei vescovi e delle autorità, il terzo di un Papa dopo quelli di Wojtyla nel gennaio 1998 e di Ratzinger nel marzo 2012. A quanto apprende l’Ansa, infatti, l’invito ad andare nell’isola fu accolto subito dal Pontefice in febbraio. Ma si è deciso di annunciare effettivamente la visita solo in aprile, il giorno in cui è arrivato l’invito ufficiale di Raul Castro. Non è vero, quindi, viene fatto notare, che si siano intavolate “delicate trattative”, come qualcuno ha voluto sottolineare, per arrivare alla soluzione positiva del viaggio.

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