Gli Usa rispondono alla propaganda dell’Isis, video contro Califfato

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NEW YORK. – Un video di un minuto che descrive ironicamente l’Isis cercando, con immagini violente, di scoraggiare potenziali militanti a unirsi al Califfato. L’ultima idea del Dipartimento di Stato americano riscuote successo online, con la clip che diventa virale, ma non a Washington dove il video viene criticato.

‘Welcome to Isis land’, ‘Benvenuto nella terra dell’Isis’, e’ l’ultimo di un serie di tentativi da parte degli Stati Uniti di fronteggiare e sconfiggere la propaganda online, sulla quale Al Qaida prima e l’Isis poi, hanno o stanno avendo la meglio. Dall’11 settembre in poi, la Casa Bianca prima con George W. Bush poi con Barack Obama, ha cercato di arginare e contenere l’ascesa sui media e social media dei suoi peggiori nemici. Ma i risultati sono stati scarsi. E neanche la richiesta di aiuto a Hollywood sembra per ora andata a buon fine.

Secondo i documenti pubblicati di Wikileaks, nell’ottobre 2014 l’amministrazione ha contattato infatti Michael Lynton, l’amministratore delegato di Sony Pictures Entertainment, chiedendo aiuto per combattere l’Isis e la Russia. ”Michael e’ stato bello vederti ieri. Come hai potuto vedere ci sono molte sfide nell’affrontare la narrativa dell’Isis in Medio Oriente” affermava il Dipartimento di Stato in una email diretta a Lynton. ”Mi piacerebbe unire un gruppo di manager dei media che ci puo’ aiutare a pensare a strade migliori per rispondere” replicava Lynton.

Il video americano che ha spopolato online si apre con la scritta ‘corri, non camminare, verso la terra dell’Isis’, dove imparerai ”utili e nuove doti” come ”crocifiggere e uccidere musulmani”. Le scritte sono accompagnate da immagini delle atrocità commesse dal Califfato, come teste mozzate vicino a corpi senza vita, prigionieri inginocchiati e corpi che penzolano nelle piazze pubbliche.

Proprio la violenza delle immagini e’ stata criticata a Washington, dove molti nell’amministrazione hanno accusato il Dipartimento di Stato di ricorrere alla stessa narrativa dell’Isis. A questo si aggiungono le critiche sulla mancanza di possibilità di verificare se l’obiettivo da raggiungere, ovvero scoraggiare potenziali militanti a volare in Siria e unirsi al Califfato, potesse essere centrato.

Critiche che hanno rigettato – riporta il Washington Post – il governo americano in una posizione di frustrazione che gli e’ familiare da anni, ovvero cercare una strategia di comunicazione risonante che riesca a fermare l’ascesa dell’ideologia dell’Isis. Un problema, questo, che si e’ rivelato negli anni piu’ difficile di qualsiasi altra sfida antiterrorismo: ”nei 14 anni dall’11 settembre ad oggi, gli Stati Uniti hanno decimato Al Qaida e ucciso Osama bin Laden. Ma l’ideologia militante ha continuato a diffondersi” afferma il Washington Post.

 

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