L’ira di Mattarella, ora contrastare severamente la corruzione

MILANO. – Sergio Mattarella aveva già denunciato la piaga di una corruzione “diffusa come se ci fosse una sorta di concezione rapinatoria della vita”. Ma, dopo la seconda puntata della sconvolgente vicenda romana che sta svelando – quasi fosse una fiction – la collusione tra criminalità e politica, va oltre e chiede senza mezzi termini uno scatto di reni della politica contro un fenomeno non più tollerabile: “il contrasto alla corruzione deve essere severo, nel nome del diritto e della libertà che la corruzione sottrae a ciascuno di noi”, ha detto da Milano senza nascondere la sua preoccupazione.

Il presidente della Repubblica ha lanciato il suo monito proprio dall’Expo, dalle strutture avveniristiche di questo gigantesco evento che tanti appetiti aveva suscitato proprio negli ambienti del malaffare che assediano la politica. Se per l’Expo la sfida sembra essere stata vinta – “splendido, mi è piaciuto tutto”, ha detto prima di fare rientro a Roma – altrove le inchieste svelano un mondo fatto di rapporti proibiti.

Per il capo dello Stato è essenziale “sradicare, ovunque si annidi, ogni fenomeno corruttivo e di inquinamento” perchè, al di là del principio di legalità, è oggi in gioco lo stesso “sviluppo sociale ed economico del Paese”. E proprio perchè si vede la luce in fondo al tunnel della crisi che non si deve sottovalutare l’impatto frenante che la corruzione ha sulla ripresa, e quanto l’immagine estera dell’Italia ne risenta spaventando gli investitori.

Ecco perchè la politica, i partiti, gli amministratori locali devono deporre le armi, liquidare la litigiosità permanente e fine a se stessa, e tornare al dialogo, al compromesso in nome del “sistema-Italia”: “dobbiamo recuperare, pur nel confronto a volte acceso, il senso del bene comune. E dobbiamo sapere che esso si fonda sulla legalità e sulla trasparenza”, ha ripetuto al termine di una lunga visita a diversi padiglioni dell’Expo.

E per definire questo “pensare al bene comune” Mattarella usa un esempio significativo di collaborazione bipartisan. Quella cioè tra l’ex premier Romano Prodi con l’allora sindaco di Milano Letizia Moratti che dieci anni fa, da sponde politiche diverse, seppero viaggiare uniti proprio per dare vita all’Expo 2015.

“Quell’iniziativa bipartisan, facendo prevalere i sentimenti della coesione e solidarietà, ha consentito un bel successo”, ha osservato oggi il presidente. Introducendo così, con il richiamo ad una maggiore “solidarietà”, un altro tema che lo turba da mesi: il dramma dei profughi che stanno trasformando il Mediterraneo in un enorme cimitero.

Quello dell’immigrazione è un problema che va affrontato “con saggezza e umanità accogliendo chi fugge e salvando chi grida aiuto”, ha ricordato il presidente alla platea dell’Expo. Intanto, accantonate queste preoccupazioni il presidente ha lanciato una proposta forte a Governo e Parlamento: si trovi il modo di legiferare in maniera da limitare quelli che ha definito “sprechi intollerabili”.

Serve una legge, ha spiegato in un discorso puntato a valorizzare la “green economy”, che permetta “che i prodotti invenduti, in prossimità della scadenza, vengano distribuiti tra chi ha bisogno e non ha reddito sufficiente”.

Oltre un miliardo di tonnellate di cibo ogni anno viene infatti disperso ma le norme italiane rendono complicata la donazione di alimenti in scadenza, che vengono quindi distrutti.

(Dell’inviato Fabrizio Finzi/ANSA)

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