Putin con Obama per una coalizione internazionale contro l’Isis

A file picture dated 18 June 2012 shows US President Barack Obama (R) talking with Russian President Vladimir Putin (L) during their meeting at Esperansa hotel prior G20 summit ANSA/ALEXEI NIKOLSKY/RIA NOVOSTI/KREMLIN POOL
A file picture dated 18 June 2012 shows US President Barack Obama (R) talking with Russian President Vladimir Putin (L) during their meeting at Esperansa hotel prior G20 summit  ANSA/ALEXEI NIKOLSKY/RIA NOVOSTI/KREMLIN POOL
A file picture dated 18 June 2012 shows US President Barack Obama (R) talking with Russian President Vladimir Putin (L) during their meeting at Esperansa hotel prior G20 summit ANSA/ALEXEI NIKOLSKY/RIA NOVOSTI/KREMLIN POOL

MOSCA. – Putin sta trattando direttamente con Obama la creazione di una coalizione internazionale per combattere l’Isis, ma ritiene prematuro per ora parlare di un possibile impegno militare diretto della Russia. Lo ha annunciato lo stesso leader del Cremlino a margine dell’eastern economic forum di Vladivostok, estremo oriente russo. ”Noi – ha spiegato – vogliamo davvero creare una sorta di coalizione internazionale contro il terrorismo e l’estremismo, e a tale scopo stiamo tenendo consultazioni con i nostri partner americani. Ne ho discusso personalmente al telefono con il presidente Usa Obama e con altri leader”, tra i quali ha citato il presidente dell’Egitto, il re di Giordania e dirigenti dell’ Arabia Saudita, che recentemente sono stati ricevuti anche al Cremlino.

Il presidente russo è in contatto anche con quello turco. Una fitta tela diplomatica per trovare denominatori comuni nella lotta all’Isis. Putin ha infatti ammesso l’esistenza di approcci diversi alla crisi in Siria, aggravata dall’Isis. ”Se fosse impossibile ora organizzare un lavoro comune di tutti i Paesi interessati a combattere il terrorismo, ossia direttamente sul campo di battaglia, allora dovrebbe essere stabilito almeno qualche coordinamento”, ha proseguito.”Stiamo lavorando a questo, e i primi passi mostrano che, in generale, è possibile, a mio avviso”, ha aggiunto, precisando che sono coinvolti i dipartimenti della difesa di vari Paesi.

Ma il leader del Cremlino prende tempo: ”sarebbe prematuro dire che siamo già pronti a farlo ora”. ”Stiamo considerando varie opzioni”, dribbla i cronisti, ricordando che Mosca sta già fornendo un serio sostegno alla Siria con la formazione dei soldati e la fornitura di armi ed equipaggiamenti in base a contratti siglati negli anni scorsi. Una cooperazione militare mai negata, ma di cui il Cremlino non ha mai fornito i dettagli. Nessun accenno alle recenti notizie di stampa britannica e israeliana, peraltro già smentite dal Cremlino e dal ministero degli esteri, sulla presenza di militari e mezzi russi in Siria per combattere l’Isis.

Quanto ai raid aerei Usa, ”la loro efficienza non è alta”. Putin ha voluto sottolineare inoltre che la lotta al terrorismo non va disgiunta in Siria da un processo politico che, a suo avviso, il presidente Assad è pronto a fare, ad esempio ”tenendo elezioni parlamentari anticipate, stabilendo contatti con la cosiddetta opposizione sana e coinvolgendola nel governo”. Il presidente russo non ha risparmiato una stoccata alla ”miope” Europa per l’ondata migratoria che la sta travolgendo, una crisi “assolutamente prevedibile”: ”sta seguendo ciecamente le direttive Usa” con ”politiche sbagliate, in particolare nel mondo musulmano, nel Medio Oriente e nell’ Africa del nord”.

Una frecciata per quanto sta succedendo in Libia e in Siria, Paese quest’ultimo dove la gente – ha detto – fugge dall’Isis, non da Assad. A suo avviso ”bisogna mostrare rispetto per la storia, le tradizioni e la religione dei popoli di questi territori, ristabilire il loro stato e fornire loro supporto economico e politico”. ”Ma se agiamo separatamente e discutiamo sui principi quasi democratici e le procedure per certi territori, questo ci porterà ad uno stallo ancora più grande”.

(di Claudio Salvalaggio/ANSA)

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