La Germania invasa dai profughi, ma Merkel conferma le aperture

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BERLINO. – “No, che non ce la facciamo”, ha scritto la Sueddeutsche Zeitung (Sz) sulla crisi dei profughi, all’indomani del ripristino dei controlli alle frontiere tedesche e dopo un weekend che ha visto altri 19.100 arrivi a Monaco di Baviera. Ma il governo di Angela Merkel non se lo è fatto ripetere due volte. “Vale quanto detto: ce la facciamo. Ma non in una notte, non in pochi giorni. E la soluzione si chiama Europa”, ha replicato il portavoce Steffen Seibert in conferenza stampa a Berlino. “I controlli temporanei ai confini della Germania non sono la chiusura delle frontiere. Sono una cosa completamente diversa”, ha affermato. Una misura “necessaria” per garantire un “processo più ordinato” di ingressi.

“I principi di base però non cambiano: l’azione politica del governo tedesco resta guidata dall’umanità, dal diritto alla protezione dei perseguitati politici, e dalla sicurezza del Paese”, per Seibert. La situazione resta incandescente. Nel Paese preso d’assalto da migliaia e migliaia di migranti ormai da settimane, le amministrazioni locali denunciano di aver superato i propri limiti, mentre il vicecancelliere Sigmar Gabriel ha rivisto le stime dei richiedenti asilo attesi per il 2015 in Germania. In una lettera ai compagni dell’SPD – anticipata dalla Dpa – ha sostenuto che saranno fino a un milione. Le stime ufficiali fino ad oggi arrivavano a 800 mila.

In questo scenario infiamma, naturalmente, la polemica politica: la Cdu ha aperto in giornata all’ipotesi di una legge sull’immigrazione, per rivedere tutta la normativa. E i cristiano sociali bavaresi di Horst Seehofer hanno immediatamente messo in chiaro: “una legge che faccia aumentare gli immigrati nel Paese con noi non si fa”. Seehofer, che nei giorni scorsi ha accusato la cancelliera di aver commesso “un errore” aprendo le porte del paese ai rifugiati siriani, ha però sgomberato il campo, in serata, fra i suoi, dalle ipotesi di una crisi politica. La fiducia in Angela Merkel resta inalterata.

Intanto a Berlino è atteso il cancelliere austriaco Werner Faymann, mentre in giornata Merkel incontrerà i ministri presidenti dei Laender per ascoltare personalmente le difficoltà degli amministratori. La cancelliera è ancora una volta sotto pressione, fra interessi opposti. E mentre l’opposizione la incalza chiedendo di riferire in Parlamento della decisione di istituire controlli nello spazio Schengen – un atto che ha dato il là ad altri paesi come Austria e Slovacchia, che hanno annunciato misure analoghe – Sz ha enfatizzato la retromarcia segnata ieri sulle politiche migratorie: “fino ad oggi – rileva, – la cancelliera non aveva mai dovuto correggere in modo così spettacolare la sua politica”.

(di Rosanna Pugliese/ANSA)

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