Bufera Fifa: soldi illeciti a Platini, indagato Blatter

L'expresidente della Uefa (D) Michel Platini saluta al expresidente della Fifa Joseph Blatter (S). Immagine d'archivio.
L'expresidente della Uefa (D) Michel Platini saluta al expresidente della Fifa Joseph Blatter (S). Immagine d'archivio. (ANSA/EPA)

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ZURIGO. – La bufera giudiziaria che ha sconvolto la Fifa ha investito direttamente anche l’uomo che del governo mondiale del calcio è stato per decenni il dominus assoluto, Joseph Blatter. Costretto ad annunciare le dimissioni subito dopo essere stato rieletto, e per la 5/a volta, a inizio giugno dallo scandalo sollevato dalle inchieste aperte negli Stati Uniti e in Svizzera, l’ex colonnello elvetico è ora formalmente indagato dalla procura generale di Berna per gestione fraudolenta e appropriazione indebita.

L’inchiesta riguarda due distinte vicende, una delle quali coinvolge, solo come testimone, il n.1 dell’Uefa, Michel Platini, tra i maggiori candidati alla successione di Blatter nelle elezioni previste a febbraio. I magistrati elvetici, in particolare, hanno puntato la lente su un versamento illegale di due milioni di franchi svizzeri (poco meno di due milioni di euro) effettuato da Blatter a Platini nel 2011 per non meglio precisati “lavori non effettivamente svolti” fra il 1999 ed il 2002. I due, insieme agli altri componenti del comitato esecutivo Fifa riunitosi a Zurigo, sono stati interrogati, Platini solo come “persona suscettibile di fornire informazioni”, mentre altri uomini della procura perquisivano l’ufficio di Blatter e altre stanze del quartier generale Fifa, prelevando documenti.

L’inatteso impegno ha impedito a Blatter di dirigere la tradizionale conferenza stampa post-comitato esecutivo, cancellata a sorpresa per motivi chiariti solo dal comunicato ufficiale della Procura. Il colpo di scena, peraltro non inatteso, potrebbe accelerare il tramonto di Blatter: il comitato di etica Fifa può decidere di sospenderlo dalle funzioni presidenziali e in quel caso il camerunense Issa Hayatou, vicepresidente vicario, sarebbe il primo sulla lista per ricoprire la funzione sino al voto di febbraio. Il comitato di etica aveva già sospeso la scorsa settimana il segretario generale Jerome Valcke, sospettato di aver lucrato sulla rivendita dei biglietti del Mondiale 2014. Il francese è stato rilevato dalla proprie funzioni sulla base di accuse apparse nei media ma non è ufficialmente indagato.

La ”destituzione” di Blatter, non fosse che per una questione di coerenza, sembra quindi imminente. La Fifa ha solo confermato, tramite un comunicato stampa, che “oggi rappresentanti dell’ufficio della procura generale svizzera hanno effettuato interrogatori e raccolto documenti per proseguire le indagini iniziate il 27 maggio. La Fifa, che ha sempre cooperato con la giustizia, ha facilitato le interviste”. Poco prima, la procura di Zurigo era stata molto più precisa annunciando l’apertura di un procedimento penale contro Joseph Blatter per due distinte vicende. In primis, il presidente è sospettato di aver firmato un contratto sui diritti tv sfavorevole alla Fifa con l’Unione caraibica di calcio, all’epoca presieduta da Jack Warner, un ex-dirigente della Concacaf che fu fra i primi arrestati all’inizio dello scandalo, il 27 maggio. Il secondo è quello che riguarda Michel Platini.

Fino ad oggi, lo stesso Blatter era sembrato al riparo da un’implicazione diretta nello scandalo, scoppiato in maniera molto ”hollywoodiana” il 27 maggio scorso. In apertura del congresso della Fifa, vennero arrestati all’alba, in un grande hotel di Zurigo, nove funzionari della Federcalcio mondiale. Da allora, l’inchiesta, condotta in modo congiunto dalle autorità americana ed elvetica, si è estesa a macchia d’olio. E’ partita seguendo due filoni: uno sulle condizioni di attribuzione dei Mondiali 2018 alla Russia e 2022 al Qatar, oggetto proprio ieri di deliberazioni del Comitato esecutivo, l’altro su presunte irregolarità riguardanti attribuzioni di contratti di marketing e tv essenzialmente sul continente americano.

Ora è risalita fino al presidente, da quattro mesi nell’occhio del ciclone, dopo le polemiche che avevano accompagnato la sua rielezione e il clamore che aveva suscitato la sua decisione di rimettere il mandato solo pochi giorni dopo aver incassato il 5/o mandato al vertice del calcio mondiale.

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