A Milano, Scala e Duomo sorvegliati speciali

Two local police officers patrol in Duomo Square, Milan, northern Italy, 19 November 2015. ANSA / MATTEO BAZZI
Two local police officers patrol in Duomo Square, Milan, northern Italy, 19 November 2015. ANSA / MATTEO BAZZI
Two local police officers patrol in Duomo Square, Milan, northern Italy, 19 November 2015.
ANSA / MATTEO BAZZI

MILANO. – L’attenzione è alta anzi “massima” a Milano dopo l’allarme sicurezza lanciato dall’Fbi che riguarda in particolare la Scala e il Duomo, dove sono stati intensificati i controlli anche con i metal detector e dove da oggi per un mese saranno in strada 250 agenti in più.

Dopo il comitato per l’ordine e la sicurezza di ieri, oggi si è tenuto un nuovo incontro in prefettura a cui ha partecipato anche il sindaco Giuliano Pisapia, che ha ammesso la preoccupazione ma ha assicurato che “Milano è una città in sicurezza. Quello che si doveva fare si sta facendo”.

L’incontro era stato convocato per esaminare gli allarmi e il risultato è che al momento non ci sono “riscontri oggettivi di pericoli incombenti” come ha sottolineato la Prefettura anche se è stato deciso il potenziamento delle misure di sicurezza. A confermare l’allerta in serata è stata chiusa la stazione della linea 3 della metro di piazza Duomo per un pacco sospetto.

Basta passeggiare per il centro di Milano per accorgersi del clima. Da due giorni agenti di polizia fanno controlli con il metal detector a tutti gli ingressi del pubblico alla Scala, dove ci sono parcheggiate camionette della polizia che prima non si vedevano.

Gli stessi controlli che i militari eseguono alle entrate della cattedrale, dove si è creata qualche coda sul sagrato, senza però lamentele da parte di turisti e fedeli, rassegnati e in qualche caso anche rassicurati dallo spiegamento di forze dell’ordine. Nessuna defezione da parte dei gruppi guidati al momento.

Anche alla Scala si cerca di andare avanti normalmente, seppure i dipendenti hanno notato il cambio di atmosfera con la presenza più massiccia degli agenti e qualcuno su Facebook ha messo in vendita biglietti rinunciando ad andare a teatro. La platea ieri sera mostrava posti vuoti.

La preoccupazione è per l’inaugurazione della stagione del 7 dicembre, che quest’anno mette in scena Giovanna d’arco, l’opera di Giuseppe Verdi sull’eroina cristiana che si immola per l’unità della Francia. Una serata vip a cui è tradizionalmente presente il presidente della Repubblica o il presidente del Consiglio nel palco reale, con il gotha della finanza distribuito fra i palchi e la platea.

Il presidente della Lombardia, Roberto Maroni, non vuole nemmeno sentir parlare della possibilità di cancellare l’appuntamento, e lo dirà anche nel cda di lunedì prossimo. Non pensa a un’inaugurazione “blindata, ma alla solita festa che Milano ogni anno ospita, comprese, se ci saranno, le eventuali contestazioni di piazza” (la Cub ha già confermato che sarà come sempre a protestare).

“Non dobbiamo modificare le nostre abitudini, dobbiamo vincere la paura del terrore e del terrorismo. Ovviamente – ha sottolineato -, le misure di sicurezza devono essere al massimo”. Ed è per questo che ha chiesto (come pure il candidato sindaco Corrado Passera) di nominare il nuovo prefetto di Milano, che manca da 19 giorni.

(di Bianca Maria Manfredi/ANSA)

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