Pallone d’oro 2016: la cinquina di Messi

Argentina's Lionel Messi poses with his trophy after winning the FIFA Men's soccer player of the year 2015 prize during the FIFA Ballon d'Or awarding ceremony at the Kongresshaus in Zurich, Switzerland, 11 January 2016. EPA/VALERIANO DI DOMENICO
Argentina's Lionel Messi poses with his trophy after winning the FIFA Men's soccer player of the year 2015 prize during the FIFA Ballon d'Or awarding ceremony at the Kongresshaus in Zurich, Switzerland, 11 January 2016.  EPA/VALERIANO DI DOMENICO
Argentina’s Lionel Messi poses with his trophy after winning the FIFA Men’s soccer player of the year 2015 prize during the FIFA Ballon d’Or awarding ceremony at the Kongresshaus in Zurich, Switzerland, 11 January 2016. EPA/VALERIANO DI DOMENICO

ZURIGO – Leo Messi ha vinto il Pallone d’Oro per il 2015. Per l’argentino si tratta della quinta volta, avendo già conquistato il premio di miglior calciatore del mondo quattro volte di fila dal 2009 al 2012.

“E’ molto più di quanto potessi immaginare quando ero bambino”. L’asso argentino del Barcellona Messi riceve e subito dopo accarezza il suo quinto Pallone d’oro visibilmente emozionato. “Ringrazio i miei compagni e ringrazio il calcio per quello che mi ha regalato nel bene e nel male”.

L’argentino era favorito rispetto agli altri due finalisti, Cristiano Ronaldo – vincitore nel 2013 e nel 2014, proprio davanti al fuoriclasse del Barcellona e al portiere tedesco Manuel Neuer – e Neymar, non solo per il consueto alto numero di reti segnate durante l’anno (52) ma soprattutto in quanto leader di un Barcellona che nel 2015 ha vinto cinque trofei su sei.

I catalani si sono aggiudicati Champions League, Mondiale per club, Supercoppa europea, campionato e coppa spagnoli. Solo la supercoppa spagnola gli é sfuggita, per merito dell’Athletic Bilbao.

E’ di Wendell Lira, per la splendida sforbiciata nel derby Atletico Goianense-Goianesia dell’11 marzo scorso il più bel gol del 2015. Il 27enne brasiliano, premiato a Zurigo nel corso del Galà del Pallone d’Oro col ‘Premio Puskas’, ha superato gli altri due finalisti: Leo Messi, con la sua splendida serpentina nel match contro l’Athletic Bilbao nella finale di Coppa del Re del 30 maggio, e Alessandro Florenzi, col suo incredibile gol segnato da centrocampo al Barcellona lo scorso 16 settembre in Champions League.
Luis Enrique miglior tecnico 2015. Il tecnico del Barcellona, Luis Enrique, ha vinto il premio di miglior allenatore Fifa del 2015 nell’ambito della cerimonia per il Pallone d’Oro svoltasi a Zurigo. Per il calcio femminile, il riconoscimento è andato alla ct della nazionale degli Stati Uniti, campione del mondo 2015, Jill Ellis. La centrocampista Usa Carli Lloyd ha ottenuto il premio per la miglior giocatrice Fifa.
L’Equipe si interroga, voto condizionato? Voto falsato al Pallone d’Oro? Se lo chiede il quotidiano francese L’Equipe, citando uno studio di economisti inglesi pubblicato il mese scorso che punta il dito contro il diritto di voto aperto dal 2010 a capitani e allenatori. La partecipazione diretta nella giuria di compagni di squadra e tecnici condizionerebbe un giudizio che – da tradizione – veniva emesso da esperti e giornalisti, ma in conclusione l’impatto di tali voti non sarebbe decisivo. Lo studio ha preso in esame cinque anni e 2.470 voti espressi (820 di capitani, 822 di allenatori e 828 di giornalisti) sviscerandoli in base a sei criteri: paese rappresentato, nazionalità, continente di origine, competizioni disputate, posizione in campo ed età. La conclusione è che “un elettore è quattro volte più incline a votare per un giocatore della sua nazionale o del suo club, ed ha tre volte più probabilità di votare per un candidato della sua stessa nazionalità”. Si cita “il ct del Portogallo e di Cristiano Ronaldo, che l’anno scorso non ha inserito Lionel Messi fra i suoi tre nominati” e “quello dell’Argentina, che ha votato per tre argentini”. Al contrario, “i votanti sono meno inclini a scegliere un candidato che gioca nel proprio stesso ruolo o un giocatore più anziano di loro”. L’impatto di questi voti “falsati”, però, è “piuttosto debole”, ammettono gli economisti, dal momento che “ogni candidato ne ha più o meno lo stesso numero”.

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