Bombe Usa sul tesoro dell’Isis, milioni di dollari in fumo

I cacciabombardieri Usa hanno centrato un deposito di denaro dello Stato islamico a Mosul in Iraq: lo mostra un video della Difesa americana rilanciato dai media statunitensi. L'edificio viene centrato da una bomba e dopo l'esplosione si nota fluttuare nell'aria una vera e propria colonna di banconote. Gli esperti della Difesa stimano il denaro distrutto in "milioni di dollari". Il bombardamento risale all'11 gennaio scorso. (ANSA)
I cacciabombardieri Usa hanno centrato un deposito di denaro dello Stato islamico a Mosul in Iraq: lo mostra un video della Difesa americana rilanciato dai media statunitensi. L'edificio viene centrato da una bomba e dopo l'esplosione si nota fluttuare nell'aria una vera e propria colonna di banconote. Gli esperti della Difesa stimano il denaro distrutto in "milioni di dollari". Il bombardamento risale all'11 gennaio scorso. (ANSA)
I cacciabombardieri Usa hanno centrato un deposito di denaro dello Stato islamico a Mosul in Iraq: lo mostra un video della Difesa americana rilanciato dai media statunitensi. L’edificio viene centrato da una bomba e dopo l’esplosione si nota fluttuare nell’aria una vera e propria colonna di banconote. Gli esperti della Difesa stimano il denaro distrutto in “milioni di dollari”. Il bombardamento risale all’11 gennaio scorso. (ANSA)

BEIRUT. – “Milioni di dollari” appartenenti all’Isis sono andati letteralmente in fumo. Questo il risultato di un raid aereo americano mirato contro lo Stato islamico in Iraq secondo ufficiali del Pentagono, che ne hanno diffuso le immagini. Dopo una delle esplosioni, si vede volare in aria una nuvola di quelli che sembrano pezzi di carta, forse banconote secondo le stesse fonti.

L’attacco, di cui si era già avuta notizia nei giorni scorsi, è stato compiuto l’11 gennaio a Mosul, la ‘capitale’ del Califfato nel nord dell’Iraq. Ad essere preso di mira con due bombe da 900 chilogrammi ciascuna è stato un edificio usato come deposito di valuta dai jihadisti per custodire i proventi delle loro attività economiche, vale a dire le vendite di petrolio ma anche le entrate delle tasse imposte su tutte le attività nei territori sotto il loro controllo nello stesso Iraq e in Siria.

E poiché la costruzione centrata si trovava in una zona abitata, nell’attacco sarebbero anche rimasti uccisi tra i cinque e i sette civili, secondo i dati del comando Usa resi noti dalla Cnn.

Gli aerei americani hanno intensificato negli ultimi mesi i loro raid sui centri nevralgici del potere economico dell’Isis. Tra questi, le colonne di autocisterne o i mercati dove si svolgono le transazioni sul petrolio estratto dai giacimenti che l’organizzazione jihadista controlla.

Il mese scorso la società di analisi IHS, quotata alla Borsa di New York, ha pubblicato un rapporto secondo il quale l’organizzazione jihadista beneficia ormai di entrate mensili per 80 milioni di dollari. Di queste, il 50% proviene dalle tasse sui servizi e sulle attività commerciali, agricole e industriali e il 43% dalla vendita di petrolio e gas. Il restante 7% proviene da donazioni o attività criminali come il commercio di droga e antichità.

Il generale Llyod Austin, capo del Comando centrale Usa, ha detto che quello dell’11 gennaio non è stato il primo raid contro i depositi di contanti dello Stato islamico, da cui provengono le paghe per i miliziani. Tra questi ultimi, anche i 1.800 adolescenti che, secondo l’ong Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus), lo Stato islamico ha reclutato nel solo 2015 nelle sue formazioni dei ‘Cuccioli del Califfato’. Di questi, secondo l’ong, 350 sono morti (48 in azioni suicide).

“E’ stato un ottimo raid”, ha commentato il generale Austin riferendosi all’attacco di lunedì. “Combinato con gli altri bombardamenti che abbiamo fatto contro le infrastrutture per la produzione e la distribuzione di gas e petrolio e altre fonti di finanziamento, si può scommettere che l’Isis senta la tensione sul suo libretto degli assegni”, ha aggiunto l’alto ufficiale.

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