Continua l’altalena del prezzo del petrolio

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MILANO. – Si sgonfia il rimbalzo del petrolio e i mercati scivolano nuovamente, tra vendite decise sui titoli bancari italiani, dicendo addio al recupero di giovedì e venerdì. Milano è la Borsa peggiore nel Vecchio Continente, con l’indice Ftse Mib giù del 2,03%. Mentre anche gli altri listini europei terminano in terreno negativo, pur senza grandi scossoni: Londra lascia lo 0,39%, Parigi lo 0,58% e Francoforte lo 0,29%.

Le incertezze in Europa e la discesa del greggio pesano anche a Wall Street, con Dow Jones e Nasdaq in calo dello 0,6% attorno alle 20 in Italia, con lo Standard & Poor’s 500 in ribasso dello 0,4%. Discorso a parte in Europa per Madrid (-1,78%). La piazza spagnola sconta ancora le incertezze sulla formazione dell’esecutivo a un mese dal voto, mentre prende peso l’ipotesi di un governo a guida socialista con Pedro Sanchez, e l’appoggio di Podemos.

Il petrolio si è riportato oggi poco sopra i 30 dollari al barile, dopo un rally di ben il 21% tra giovedì e venerdì, con il Wti in particolare in ribasso del 5% a 30,5 dollari. Decisivo l’annuncio che l’Arabia Saudita intende mantenere i propri investimenti nei progetti petroliferi e sul gas naturale, che dopo la fine dell’embargo all’Iran non fa che amplificare i timori su una crescita delle scorte mondiali.

Sui mercati sembra essersi fermato poi l’ottimismo indotto dalle dichiarazioni del presidente Bce Mario Draghi su una nuova politica dell’istituto centrale a partire da marzo, che si era tradotto in particolare nell’attesa di nuove misure di stimolo. Intervenendo a un’inaugurazione in Germania, Draghi ha avvertito che le prospettive dell’economia per il 2016 sono incerte e la Bce sta contribuendo ad assicurare la ripresa.

“Chi ha criticato le decisioni prese dalla Bce ha avuto torto”, ha aggiunto, le “preoccupazioni sulla politica monetaria della Banca centrale non reggono l’esame”. “La Bce continuerà a fare la sua parte per supportare la fiducia, la stabilità dei prezzi e una ripresa solida. Ma so che le nostre decisioni non sono prive di contestazioni”.

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