Usa 2016: Hillary e Trump dominano Super Tuesday. Flop Rubio

US Democratic presidential candidate Hillary Clinton holds a campaign rally at a film studio in Miami, Florida, USA, 01 March 2016. EPA/JOE SKIPPER .
US Democratic presidential candidate Hillary Clinton holds a campaign rally at a film studio in Miami, Florida, USA, 01 March 2016. EPA/JOE SKIPPER .
US Democratic presidential candidate Hillary Clinton holds a campaign rally at a film studio in Miami, Florida, USA, 01 March 2016. EPA/JOE SKIPPER .

NEW YORK. – Nessuna sorpresa nel Super Tuesday, o quasi. Hillary Clinton e Donald Trump la fanno da padroni, vincendo sette stati per uno, mentre – come ampiamente previsto – Ted Cruz vince nel suo Texas e Bernie Sanders nel suo Vermont. Ma il senatore democratico si consola portando a casa anche altri tre stati, Oklahoma, Colorado e Minnesota: “Questa campagna è per cambiare l’America”, esulta. Mentre Cruz la spunta anche lui in Oklahoma, ritagliandosi almeno per una notte il ruolo del vero anti-Trump: “Sono l’unico che può batterlo”.

Finisce infatti quasi a mani vuote la serata di Marco Rubio, primo solo in Minnesota, quando mancano solo i risultati dell’Alaska. Su di lui puntava l’establishment del partito repubblicano sperando nel miracolo. Ma il miracolo non c’è stato, e ora il giovane senatore di origini cubane dovrà tentare il tutto per tutto il 15 marzo nel suo stato, la Florida. Dove però i sondaggi non lo danno come favorito, ma sempre dietro Trump. Ecco allora che la maggior parte dei commentatori politici dà ormai Rubio a fine corsa.

La sfida in vista della volata finale verso la Casa Bianca, insomma, è sempre più tra l’ex first lady e il tycoon newyorchese. “Questo Paese appartiene a tutti noi, non solo a chi guarda in una direzione, prega in una direzione o pensa in una direzione”, ha detto un’entusiasta Hillary Clinton parlando nel suo quartier generale di Miami, avendo oramai nel mirino solo lui, Donald Trump, che replica a pochi chilometri di distanza, a Palm Beach: “Quello che ha fatto Hillary è un atto criminale”, attacca riferendosi allo scandalo delle email.

Tutti in Florida, dunque, come del resto Rubio. E’ li’ che fra due settimane si svolgera’ una partita decisiva. Ed è lì, come in altri stati-chiave, che si assegneranno molti delegati con la regola del ‘winners-takes-all’, chi vince piglia tutto. “Mi dispiace per Rubio, per lui è stata una serata molto dura. E ha speso anche un sacco di soldi…”, ironizza Trump, che negli ultimi giorni è stato al centro di attacchi pesantissimi da parte del giovane senatore che ha cercato disperatamente di rimontare. Troppo tardi però, con i vertici del partito repubblicano che vedono l’incubo Trump materializzarsi sempre più. Così come lo spettro di una Casa Bianca per almeno altri 4 anni in mano democratica.

Poco conta che il tycoon nella notte del Super Tuesday cerchi di smorzare i toni definendosi “un conservatore di buon senso”. Anche se il muro col Messico, insiste, ci sarà eccome: “Come la Muraglia cinese”. Dietro di lui sul palco Chris Christie, il governatore del New Jersey che gli ha dato a sorpresa l’endorsement.

A conti fatti la Clinton trionfa in 7 stati (Georgia, Virginia, Tennessee, Alabama, Arkansas, Texas e Massachusetts). Lo stesso Trump (Georgia, Alabama, Tennessee, Massachusetts, Virginia, Arkansas e Vermont). In totale negli stati del Super Tuesday erano in palio 595 delegati per i repubblicani, quasi la metà dei 1.237 necessari per la nomination. E ce n’erano 865 per i democratici, più di un terzo del ‘numero magico’ di 2.383.

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