Falso made in Italy, un danno da 60 miliardi

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CATANIA. – L’attacco al Made in Italy, con contraffazioni e falsi prodotti alimentari, con gli agrumi che rischiano di scomparire da tavole e nei succhi di frutta e l’olio tunisino che entrerà senza pagare dazio. E’ sotto assedio l’agricoltura, ma la Coldiretti non ci sta soltanto a denunciare: crescono l’alta qualità e il biologico, e su questo bisogna puntare. Ma riuscendo a rendere trasparenti e visibili produzione e filiera.

Il dato emerge dalla manifestazione tenuta a Catania dove si sono incontrati oltre mille agricoltori del Mezzogiorno. Il tema del giorno è il via libera dell’Ue alla Tunisia, che per la Coldiretti è “un errore grave”. “Dopo che nel 2015 in Italia sono aumentate del 481% le importazioni dell’olio di oliva da quel Paese – segnala il presidente Roberto Moncalvo – per un totale di oltre 90 milioni di chili è un errore l’accesso temporaneo supplementare sul mercato dell’Unione di 35mila tonnellate, a dazio zero, per il 2016 e 2017”.

Il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, presente alla manifestazione, ricorda che, “a fronte di questo, il governo per la prima volta dopo tanti anni ha rifinanziato il piano dell’olio 2014-2020 con 30 milioni di euro”, creando “una grande spinta interna. Per Coldiretti la decisione dell’Ue testimonia “ancora una volta che il settore agricolo diventa merce di scambio senza alcuna considerazione del pesante impatto su economia, ambiente e occupazione”. E chiede di “rafforzare i controlli e stringere le maglie della legislatura per evitare frodi e inganni”.

Come quelli che già arrivano dalla contraffazione dei prodotti alimentari che, ” nell’agroalimentare – rivela Moncalvo – ha ormai superato i 60 miliardi di euro, quasi il doppio delle esportazioni, e costa all’Italia trecentomila posti di lavoro”.

Sono danni economici e di immagine soprattutto nei mercati emergenti dove spesso il falso è più diffuso del vero e condiziona quindi negativamente le aspettative dei consumatori. Dal falso vino Marsala della California a quello della Germania, ma non sfugge alla contraffazione neanche il pomodoro con la salsa siciliana realizzata in Svizzera o con una improbabile caponata prodotta negli Stati Uniti”.

Anche il succo di limone viene contraffatto in un falso siciliano ‘succo di limetta’ commercializzato in Svizzera. E a proposito di agrumi Coldiretti lancia un allarme per i succhi di frutta: rischia di sparire la spremuta italiana con una pianta di arance su tre (31%) che è stata espiantate perché anti economiche negli ultimi 15 anni, con i limoni dimezzati (-50%).

Il disboscamento delle campagne, secondo l’associazione, è il risultato dell’invasione di frutta straniera con le importazioni di agrumi freschi e secchi che negli ultimi 15 anni sono praticamente raddoppiate per raggiungere nel 2015 il massimo storico di 480 milioni di chili. A fare da concorrenza anche i prodotti che si richiamano alla ‘Mafia’ che all’estero è un marchio diventato un brand in ascesa con la produzione di vini, alimenti e catene di ristorazione. Crisi che si fronteggia, secondo Coldiretti, con alta qualità e biologico, che sono in crescita.

Il ruolo importante dell’agricoltura è sottolineato anche dal ministro Galletti: “L’agricoltura è indispensabile per avere un buon ambiente ” e per questo devono andare a braccetto”. E per difenderla il governo, ricorda il ministro, ha “vinto una battaglia contro l’Ogm” e ne sta “conducendo un’altra sul glifosato, un altro pesticida che potrebbe mettere a repentaglio la nostra agricoltura”, convinto di “ottenere ottimi risultati”.

(di Mimmo Trovato/ANSA)

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