Accorata lettera di un pensionato alla Voce

BRUNO NATALE- LETTERA VOCE D'ITALIA
BRUNO NATALE- LETTERA VOCE D'ITALIA
BRUNO NATALE- LETTERA VOCE D’ITALIA

Stimato Mauro Bafile
Eccellentissimo Ambasciatore d’Italia in Venezuela,

rivolgo a voi questa lettera sperando vi facciate eco di quanto sta realmente accadendo in Venezuela con riferimento a ciò che stiamo vivendo noi, poveri pensionati rimasti in questo paese. Mi riferisco al vero tasso di cambio al quale vengono calcolate le pensioni in Venezuela; e cioè a un tasso di cambio irreale di 10 bolìvares il dollaro. E’ proprio per colpa di questo tasso di cambio che siamo ridotti alla miseria.

Io, ad esempio, dovrei ricevere 134 euro al mese. Grazie al tasso di cambio di 10 bolìvares il dollaro, la pensione mi è stata ridotta a 15 euro. A gennaio ho ricevuto sei mesi anticipati di pensione. Cioè, 91 euro.

Per ottenere i bolìvares, Italcambio ha tolto 35 euro dai 91, per la gestione delle operazioni, e poi altri 15, per trasformare gli euro in bolìvares. In totale 50 euro. Mi restano 40 euro. Quindi io dovrei vivere, durante sei mesi, con 40 euro oltre ai 9mila 600 bolìvares mensili della pensione venezuelana.

Nell’ultima riunione di condominio, nel palazzo dove vivo, è stata decisa una quota di condominio mensile di 11mila bolìvares oltre a 2mila bolìvares di quota speciale, sempre mensile, per l’acquisto dell’acqua che scarseggia. Come si può vivere con la miseria che ricevo?

Ho 73 anni, vivo solo con un figlio con problemi mentali e che, quindi, non lavora. Nell’appartamento devo fare tutto io. Ogni tanto mi chiama un vecchio cliente per chiedermi di tagliargli i capelli. Ci sono giorni in cui non posso lavorare perché soffro di pressione alta e sono diabetico. Non ho le medicine perché non si trovano. A volte non posso neanche uscire di casa.

Qualche volta incontro vecchi clienti che mi chiedono come sia possibile che io mi sia ridotto in queste condizioni. Non so cosa rispondere. Devo anche subire l’umiliazione di ricevere denaro da amici o, in regalo, qualche camicia. Non ho soldi per comprare neanche un paio di scarpe o di pantaloni. Scrivo tutto questo perché vorrei che vi rendeste conto di ciò che sta accadendo realmente.

In Venezuela ho solo una nipote, che vive a Merida e non può aiutarmi. Io mi dedico ogni tanto a dipingere qualche quadro, sono un pittore autodidatta. Qualche volta riesco a venderne uno. Ma neanche questo mi aiuta a vivere. Ormai quasi nessuno li compra ed io neanche li dipingo perché non ho tempo e purtroppo ho tante preoccupazioni per la testa.

Concludo queste poche righe inviando i più cordiali saluti e un abbraccio e un saluto immenso alla mia bella Italia che probabilmente non vedrò più.

Cordialmente

Salvatore Bruno

1 comments

¡Dios mio! conozco un par de casos así, la verdad es que la pensión no les alcanza y el problema de salud es muy grave, yo se que Italia es un país que actualmente recibe los refugiados extranjeros, pero qué sucederá con nosotros los italianos en Venezuela que cada vez se nos hace la cosa más pequeña, no hay medicamentos, mi tía tiene meses sin recibir la medicina del párkinson, nadie más vela por ella sólo mi mamá (69 años) y yo, por razones de seguridad la tuvimos que llevar a un ancianato (su hija la maltrataba), en el cual nos piden como Bs. 54.000,00 mensuales y todos los meses quieren aumentar, los pañales cuestan una fortuna, todos los meses tenemos miedo que no alcance, saludos.

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