Il caso Marò all’Aja, Roma fiduciosa sul rientro di Girone

I fucilieri di Marina Massimiliano Latorre (S) e Salvatore Girone a New Delhi 6 febbraio 2014. ANSA
I fucilieri di Marina Massimiliano Latorre (S) e Salvatore Girone  a New Delhi  6  febbraio 2014.  ANSA
I fucilieri di Marina Massimiliano Latorre (S) e Salvatore Girone a New Delhi 6 febbraio 2014.
ANSA

L’AJA. – L’Italia si prepara a un nuovo round nella lunga e complessa vicenda dei marò, che ormai da quattro anni oppone Roma e Delhi. In attesa che il Tribunale arbitrale internazionale decida su chi debba esercitare la giurisdizione sul caso – e ci vorranno almeno altri due anni – “ci sono i presupporti sia giuridici che umanitari” affinché lo stesso Tribunale possa “considerare positivamente” la richiesta del governo italiano di far rientrare Salvatore Girone in Italia per tutto il periodo dell’arbitrato.

Richiesta che verrà ribadita nell’udienza di mercoledì e giovedì al Palazzo della Pace dell’Aja. A far intravedere uno spiraglio positivo per il Fuciliere di Marina tuttora trattenuto a New Delhi in libertà vigilata è stato, parlando con l’Ansa, l’ambasciatore Francesco Azzarello, agente del governo italiano nell’arbitrato. E una svolta positiva potrebbe arrivare anche da Bruxelles, dove è in programma l’atteso vertice tra l’Ue e l’India, più volte rinviato anche a causa della vicenda che dal 2012 vede i due marò, Girone e Massimiliano Latorre, accusati di aver ucciso due pescatori indiani scambiati per pirati nel mare del Kerala.

L’Europa ha deciso di fare la sua parte al fianco dell’Italia e la questione, hanno assicurato alti funzionari del Consiglio Ue, sarà “naturalmente sul tavolo” della bilaterale tra il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, il presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker, e il premier indiano Narendra Modi, che dal canto suo persegue ambizioni internazionali come l’obiettivo di un Accordo di libero scambio con il Vecchio Continente.

Non solo: il caso marò troverà spazio nelle conclusioni finali del vertice, insieme a quelli di 6 guardie britanniche e 14 estoni condannati a pene detentive in India. Del resto, il governo Modi – che ieri parlava dell’Italia come di “un partner chiave all’interno dell’Unione europea” – è “consapevole che questo argomento grava sugli sviluppi delle relazioni con l’Ue ed è aperto a fare il massimo possibile” per trovare una soluzione, hanno aggiunto le stesse fonti.

E se a Bruxelles parlerà la politica, all’Aja parlerà il diritto. Il team di legali internazionali cui l’Italia si è affidata è in riunione permanente dal giorno di Pasqua per preparare gli interventi che rappresentino al meglio la posizione italiana su Salvatore Girone davanti ai cinque giudici arbitrali: e cioè, che vengano riconosciuti i suoi diritti fondamentali e possa aspettare a casa la soluzione definitiva della controversia.

L’attesa però non è ancora finita: la decisione del Tribunale sul suo eventuale rientro sarà resa nota solo tra un mese. Latorre invece, alle prese con i postumi di un ictus, aspetta già a Taranto la nuova udienza della Corte Suprema indiana, il 13 aprile, sul suo permesso per motivi di salute in scadenza il 30 dello stesso mese.

(dell’inviata Laurence Figà-Talamanca/ANSA)

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