Alfano: Oggi gli italiani accolgono, ieri sono stati accolti

Angelino Alfano AFP PHOTO / GEORGES GOBET
Italian Interior minister Angelino Alfano talks to the press prior to a Justice and Home Affairs Council.  AFP PHOTO / GEORGES GOBET
Italian Interior minister Angelino Alfano talks to the press prior to a Justice and Home Affairs Council. AFP PHOTO / GEORGES GOBET

NEW YORK: “Una missione breve ma molto proficua” così ha definito il Ministro degli Interni Angelino Alfano il suo viaggio negli Stati Uniti. Due tappe molto significative, Washington e New York. A Washington ha incontrato il collega Jeh Johnson, Homeland Security Secretary, Loretta Lynch, Attorney General e ha partecipato ad un think tank nell’European Institute.

I temi analizzati sono stati la lotta al terrorismo, alla criminalità organizzata e il controllo dell’immigrazione.

“Sono molti i dossier che seguiamo insieme, Italia e Stati Uniti – ha detto il Ministro in un incontro con la stampa presso il Consolato Generale di New York – In quest’occasione abbiamo gettato le basi per costituire una piattaforma comune che approfondisca lo scambio di informazioni relative ai dati biometrici degli immigranti. Con il collega Jeh Johnson abbiamo condiviso la necessità di una strategia comune che superi il vecchio concetto di sicurezza intesa come isolamento”.

Alfano ha sottolineato la necessità di costruire politiche condivise in considerazione dei profondi cambiamenti che sono avvenuti nel mondo. “La nuova forma di sicurezza prevede lo scambio di informazioni. È necessario abbandonare gli isolamenti e rafforzare la cooperazione”.

Con l’attorney General Linch il discorso si è focalizzato sulla lotta alla criminalità organizzata e il consolidamento del rapporto di cooperazione giudiziaria e di polizia tra i nostri paesi.

Il terzo tema “caldo” quello dell’immigrazione è stato analizzato nel corso del think tank che si è svolto nell’European Institute. Alfano, che a New York ha voluto visitare Ellis Island, “perché non si costruisce il futuro senza memoria” ha parlato della necessità di creare una strategia unitaria che riesca a trasformare Europa e Stati Uniti in “un unico occidente in cui la libertà e la centralità della persona siano l’elemento fondante che rende unite le due sponde dell’Atlantico. A un crimine globale, a flussi di emigrazione globali, a un attacco globale non si possono dare risposte locali. Credo che questo faro di libertà e di democrazia rappresentato dagli Stati Uniti debba essere sostenuto dall’Europa”.

Il prossimo appuntamento per approfondire la cooperazione tra l’Europa e gli Stati Uniti su queste tematiche sarà il G6 che si riunirà in autunno con la presidenza dell’Italia.

Nel commentare la sua visita ad Ellis Island il Ministro Alfano ha detto che è rimasto profondamente emozionato nel vedere quegli stanzoni per i quali sono passati centinaia di migliaia di connazionali.

“L’Italia è un paese accogliente – ha detto – gli italiani sono un popolo accogliente, ma ieri è stato anche un popolo accolto. E non sono passati troppi anni. L’idea che tanti italiani abbiano solcato l’oceano e siano arrivati qui ci fa esprimere ancora una volta profonda gratitudine verso gli Stati Uniti, un paese al quale l’Italia deve molto perché non saremmo il popolo libero che oggi siamo senza il suo intervento alla fine della Seconda Guerra Mondiale.

La storia di quelle centinaia di migliaia di persone i cui nomi sono rimasti impressi nelle stanze di Ellis Island è una storia a lieto fine perché, in grande maggioranza, quegli italiani sono riusciti a realizzare i loro sogni e hanno contribuito a rendere ancora più grande questo paese. Ellis Island è un risveglio alla nostra coscienza, bisogna rendersi conto che la ruota della storia gira e in questo momento tocca all’Europa assumere la responsabilità dell’accoglienza”.

Immediatamente dopo il Ministro ha però ricordato che gli Stati Uniti aveva anche regole molto severe e non tutti hanno avuto la possibilità di varcare i suoi confini.

“Noi oggi stiamo subendo un afflusso di profughi e purtroppo anche di immigranti irregolari come non ce n’erano dalla fine della seconda guerra mondiale e allo stesso tempo viviamo in uno dei momenti di maggiore e più pericolosa insidia alla sicurezza internazionale. Tutto questo va gestito con freddezza e lucidità, ricordando sempre che il nostro paese oggi deve accogliere immigrati ma che ieri i suoi cittadini sono stati accolti come emigranti”.

(Mariza Bafile/Voce)

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