Mattarella: io custode della Costituzione, ogni parola pesa

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, incontra al Quirinale il Consiglio Direttivo dell'Associazione Dimore Storiche italiane, Roma, 12 aprile 2016. ANSA/UFFICIO STAMPA QUIRINALE-PAOLO GIANDOTTI
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, incontra al Quirinale il Consiglio Direttivo dell'Associazione Dimore Storiche italiane, Roma, 12 aprile 2016. ANSA/UFFICIO STAMPA QUIRINALE-PAOLO GIANDOTTI
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, incontra al Quirinale il Consiglio Direttivo dell’Associazione Dimore Storiche italiane, Roma, 12 aprile 2016.
ANSA/UFFICIO STAMPA QUIRINALE-PAOLO GIANDOTTI

ROMA. – Una vita dedicata alla Costituzione anche se da giovane voleva fare il medico. Sergio Mattarella ricorda di essere oggi “il custode rappresentativo” della Carta dopo che percorsi professionali imprevedibili – soprattutto l’ultimo al Quirinale – lo hanno portato per decenni a strettissimo contatto con quegli articoli che oggi conosce “quasi a memoria”. E che pesano. Anzi, dove non solo gli articoli ma anche le singole parole sono “pesate” con estrema attenzione e con altrettanta cura saranno trattate dal Colle.

Sono state le domande dirette di un folto gruppo di bambini delle elementari a far “aprire” il presidente portandolo a raccontare la sua quotidianità, i suoi hobby e le sue passioni. Seduti per terra nella sala degli Specchi del Quirinale gli studenti hanno circondato il capo dello Stato che, solo al centro, si è sottoposto di buon grado a una raffica di domande che gli hanno permesso di spaziare dall’ etica ai ricordi giovanili, dalla politica all’amore per i libri e gli animali. O alle ore passate con i suoi sei nipotini “ristudiando” con loro (“lo studio non è mai sufficiente!”).

Un ritratto privato di un uomo che non ha nascosto il suo iniziale smarrimento di fronte ai “gravosi impegni” che lo aspettavano al Colle, ben sapendo – lui che è stato prima in Parlamento, poi al Governo e quindi alla Consulta – quanti e quali sono gli “uffici” del Quirinale.

“Come si è sentito quando ha capito che diventava presidente?”, gli ha chiesto Maria Letizia, studentessa di quinta elementare. “Molto preoccupato”, ha risposto senza esitazioni Mattarella. “Non ero sicuro di svolgerlo bene e avevo la preoccupazione del peso che il Quirinale comporta, poi – ha aggiunto – cominciando il lavoro la preoccupazione si dissolve, ma quello era il mio stato d’animo quando, a sorpresa, capii che stavo diventando presidente della Repubblica”.

Sì perchè fu una “sorpresa” per l’allora giudice costituzionale vedere che di ora in ora si consolidava il sostegno parlamentare intorno al suo nome. Ed oggi, da primo cittadino, Mattarella lavora per far avanzare almeno un po’ quello che ha definito “un sogno ad occhi aperti”.

La voglia di un mondo più equo da consegnare alle nuove generazioni: “un mondo di pace, senza bambini che soffrono la fame o che annegano in mare fuggendo dalla guerra”. Un mondo solidale insomma. Fatto di “convivenza” e “rispetto reciproco” nel nome dell’accoglienza ma anche nel mai troppo banale “rispetto delle leggi”. Leggi che devono essere rispettate da tutti, anche da chi cittadino italiano ancora non lo è, non ha mancato di sottolineare.

Un presidente “che non sa scegliere tra mare e montagna”, lui palermitano ama il sole ma adora le passeggiate tra laghi e torrenti. Con caparbia cerca di ritagliarsi del tempo per la sua grande passione, i libri. “Storia, saggistica, letteratura”, ma anche un po’ di buona musica e, quando si può, dello sport da gustare in televisione.

Il tutto condito con l’amore per gli animali. I gatti, ad esempio, che tanto amava la moglie Marisa: “le piacevano tanto e ne abbiamo avuti a casa. Erano una compagnia molto piacevole…”. Come, seppur da lontano, sembra fargli compagnia quel “grosso gatto che passeggia tranquillamente nei giardini del Quirinale” e che il presidente sembra tenere sotto controllo.

(di Fabrizio Finzi/ANSA)

1 comments

Di tutti i presidenti che abbiamo avuto è certamente il più insignificante. Chiara espressione della litigiosità dei politici italiani,che per giungere ad un’accordo hanno scelto un fantasma di Presidente,praticamente è come se non ci fosse.

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