Cala la disoccupazione, anche per i giovani

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ROMA. – Dopo la frenata dell’occupazione registrata a febbraio a marzo tornano a crescere gli occupati, mentre il tasso di disoccupazione scende all’11,4%, il livello più basso da dicembre 2012. I dati diffusi dall’Istat sul lavoro sono stati salutati dal Governo come il segnale che il Jobs act “funziona”, anche se nella sostanza risentono ancora molto degli incentivi alle assunzioni a tempo indeterminato previsti per il 2015 e, seppure molto ridotti, per l’anno in corso.

Sono positivi anche i dati sulla disoccupazione giovanile che, attestandosi al 36,7%, diminuisce di 5,4 punti rispetto a marzo 2015.

I dati del lavoro – dice il premier, Matteo Renzi, su twitter – dimostrano che il Jobs act funziona: l’Italia riparte grazie alle riforme e all’energia di lavoratori e imprenditori”. “I dati di oggi sono una bella notizia in vista del primo maggio” aggiunge il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, ricordando che “c’è ancora molto da fare”.

Voce fuori dal coro il presidente della Cei, Angelo Bagnasco: “L’osservatorio delle nostre parrocchie e delle nostre comunità cristiane non registra ancora questo miglioramento che tutti auspichiamo”.

A marzo, rileva l’Istat, gli occupati erano 22.578.000 in aumento di 90.000 unità rispetto a febbraio, mese nel quale però era stata registrata una frenata dovuta probabilmente all’anticipo delle assunzioni a fine 2015 grazie agli incentivi più vantaggiosi.

Il dato comunque è positivo anche su base annua, con 263.000 occupati in più proprio grazie alla crescita dell’occupazione dipendente (+295.000 unità), trainata dalle agevolazioni contributive. I dipendenti ‘permanenti’ sono cresciuti di 280.000 unità rispetto a marzo 2015 e di 42.000 unità su febbraio 2016. Nonostante la lieve crescita dell’occupazione giovanile (+14.000 unità su base mensile, +49.000 sull’anno) si conferma l’invecchiamento degli occupati con un aumento per la fascia degli over 50 di 52.000 unità su base mensile e 363.000 su base annua (+2 punti il tasso di occupazione).

La fascia di età più penalizzata resta quella tra i 25 e i 34 anni, l’unica che su base annua non registra un andamento positivo. I disoccupati totali tornano sotto quota 2,9 milioni per la prima volta da dicembre 2012.

Nell’Eurozona la disoccupazione a marzo è scesa al 10,2% dal 10,4% di febbraio. Ad aprile intanto si rafforza la deflazione con un calo annuo dei pezzi dello 0,4% (era lo 0,2% a marzo) e una variazione su marzo nulla.

Secondo le stime preliminari dell’Istat la maggiore flessione tendenziale dell’indice generale è da attribuire all’accentuarsi del calo dei prezzi degli energetici regolamentati(-4,7%, da -2,7% del mese precedente), alla quale contribuiscono sia il Gas naturale (-6,7%) sia l’energia elettrica (-1,9%).

I prezzi del carrello della spesa con i beni alimentari, per la cura della casa e della persona ad aprile sono aumentati dello 0,1% rispetto a marzo ma diminuiti dello 0,2% su base annua. “E’ stancante ed inutile commentare i numeri – dice il numero uno della Cgil, Susanna Camusso, perché mi sembra una perenne gara a commentare prefissi telefonici senza invece misurarsi con il fatto che non sta cambiando nulla di strutturale. Era evidente che non si risolvono i problemi dell’occupazione con le norme sul mercato del lavoro”.

“L’Italia riparte” – afferma il leader Uil, Carmelo Barbagallo, commentando le parole del premier, “il problema è dove va. Il nostro problema è la disoccupazione giovanile e senza una riforma della legge Fornero (sulla previdenza, ndr), la staffetta generazionale non si fa e il problema non si risolve”.

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