Parte la corsa al referendum. Renzi, coinvolgeremo gli italiani

Parte corsa a referendum. Renzi, coinvolgeremo italiani
Parte corsa a referendum. Renzi, coinvolgeremo italiani
Parte corsa a referendum. Renzi, coinvolgeremo italiani

ROMA. – E’ partita, all’indomani del ‘nastro’ idealmente tagliato dal premier Matteo Renzi, la corsa al referendum costituzionale d’autunno. La corsa sarà lunga almeno 5 mesi, ‘attraverserà’ le amministrative di giugno e vedrà, già nei prossimi giorni, i Comitati per il Sì e quelli per il No impegnati nella definizione della campagna.

Campagna che potrebbe invece non vedere quello spacchettamento dei quesiti caldeggiato, nei giorni scorsi, da alcuni esponenti del ‘No’: diversi, infatti, sembrerebbero i dubbi su quell’opportunità di separare le domande referendarie che, di fatto, la legge n. 352 del 1970 parrebbe escludere.

Nel frattempo, nella sua enews, Renzi torna sui concetti già sottolineati dal palco del Teatro Niccolini. “C’è un’Italia che dice sì al futuro. Che dice sì al cambiamento. Questa Italia, è l’Italia che ci porterà a vincere il referendum costituzionale”, scrive il capo del governo rimarcando le “ragioni fortissime del sì” alla riforma e ribadendo come “da soli possiamo vincere, ma io voglio convincere e soprattutto coinvolgere gli italiani”.

Ed è proprio sul coinvolgimento, quasi porta a porta, che i migliaia di Comitati del sì dovranno puntare. Saranno tutti non più numerosi di 50 persone e “avranno una diffusione capillare, in ogni azienda, in ogni realtà sportiva, in ogni comune, in ogni scuola”, spiega Renzi che torna a incassare il netto endorsment di Giorgio Napolitano alle riforme.

“Il No comporterebbe la paralisi definitiva, la sepoltura dell’idea di revisione della Costituzione”, scandisce al Corsera il presidente emerito tornando a infuocare le opposizioni. “Si goda la sua ricca pensione e non disturbi”, attacca il leader della Lega Matteo Salvini mentre Alfredo D’Attorre di SI afferma che Napolitano “dovrebbe avere più fiducia della democrazia. Il ‘No’ non sarà il caos ma servirà ad evitare una pessima riforma”.

E mentre Gianni Cuperlo, via Facebook, ironizza sull’ingaggio del guru americano Jim Messina invitando gli italiani “a ragionare con la testa” rifuggendo da eventuali “kit” consegnati a Comitati per il Sì, il fronte del No sembra arricchirsi di un testimonial di peso: Roberto Begnini. L’attore spiega di essere “orientato a votare No proprio per proteggere la Costituzione” dopo che, incontrando Renzi lo scorso febbraio era sembrato invece favorevole al ddl Boschi e, per questo, si era attirato l’ira del M5S.

Emergono, intanto, i primi dubbi sull’opportunità, per il fronte del No, di spacchettare i quesiti. Una possibilità che, secondo un’interpretazione piuttosto diffusa, l’art. 16 della legge 352 del 1970 non permetterebbe, indicando una sola formulazione per la legge costituzionale sottoposta a referendum.

“Noi siamo aperti ma bisogna vedere se è fattibile”, spiega infatti D’Attorre a chi gli chiede se SI appoggerebbe l’idea dello spacchettamento, che vedrebbe tra l’altro il sostegno anche del M5S. “E’ un’idea estrosa ma impraticabile”, spiega il costituzionalista Stefano Ceccanti, impegnato già in questi giorni in Toscana per la campagna per il Sì. Una campagna, assicura, che sarà sul merito di un testo che, di fatto, segue “l’impianto Napolitano-Letta”.

(di Michele Esposito/ANSA)

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