Padoan, Europa a rischio come non mai

Il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, al convegno "I progressi dell'Unione economica e monetaria. L'agenda vista dall'Italia", presso la facoltà di Economia dell'Universita' la Sapienza di Roma, 3 maggio 2016. ANSA/ GIORGIO ONORATI
Il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, al convegno "I progressi dell'Unione economica e monetaria. L'agenda vista dall'Italia", presso la facoltà di Economia dell'Universita' la Sapienza di Roma, 3 maggio 2016. ANSA/ GIORGIO ONORATI
Il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, al convegno “I progressi dell’Unione economica e monetaria. L’agenda vista dall’Italia”, presso la facoltà di Economia dell’Universita’ la Sapienza di Roma, 3 maggio 2016. ANSA/ GIORGIO ONORATI

ROMA. – Non è la crisi economica la principale minaccia per l’Unione europea, non è stata qualche anno fa la crisi dell’euro vissuta al momento dell’emergenza greca e non è oggi la fragilità della ripresa in atto. A mettere seriamente a rischio la tenuta dell’Europa moderna sono la mancanza di fiducia reciproca tra Paesi membri e le spinte nazionaliste, che potrebbero compromettere il lavoro e gli sforzi verso un’unione sempre più politica portati avanti per decenni.

L’allarme arriva dal ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, strenuo difensore dell’idea di Europa e della condivisione di valori, principi e politiche all’interno dell’Ue. L’Europa sta vivendo “una situazione eccezionale in cui sta rischiando forse come non ha mai rischiato da quando è stata inventata”, ha messo in guardia il ministro.

Il vecchio continente “è sempre in movimento” ma in questo momento storico ha di fronte delle sfide “particolarmente severe” che vanno dal rilancio dell’occupazione alla Brexit, dalla difesa della sicurezza interna ai rifugiati. Ed è proprio questa forse l’emergenza più difficile da fronteggiare.

L’ondata di migranti in arrivo dalle coste dell’Africa e dal Medio Oriente rappresenta un cambiamento epocale, che può essere sfruttato in modo positivo, approfittando per esempio del ricambio generazionale e della nuova forza lavoro, ma che rischia invece – se gestito male – di incrinare la stessa costruzione europea. Con la questione rifugiati è infatti entrato in discussione il trattato di Schengen ed è questo l’elemento più pericoloso, addirittura “più pericoloso della crisi dell’euro di qualche anno fa”.

Padoan ha quindi ribadito le proposte di governance europea che l’Italia ha presentato a Bruxelles, insistendo non solo sulla flessibilità ma anche sul completamento dell’Unione bancaria, sulla creazione di un Fondo monetario europeo e sulla nascita di un ministro delle Finanze Ue. Una figura utile “non perché sto cercando un nuovo lavoro”, ha scherzato il ministro, ma per gestire con una visione unitaria le emergenze, a partire proprio da quella dei migranti.

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