Euro 2016: Loew all’Italia, non siete più il nostro incubo

PARIS, FRANCE - JUNE 27: Graziano Pelle of Italy celebrates scoring his team's second goal during the UEFA EURO 2016 round of 16 match between Italy and Spain at Stade de France on June 27, 2016 in Paris, France. (Photo by Matthias Hangst/Getty Images)
PARIS, FRANCE - JUNE 27:  Graziano Pelle of Italy celebrates scoring his team's second goal during the UEFA EURO 2016 round of 16 match between Italy and Spain at Stade de France on June 27, 2016 in Paris, France.  (Photo by Matthias Hangst/Getty Images)
PARIS, FRANCE – JUNE 27: Graziano Pelle of Italy celebrates scoring his team’s second goal during the UEFA EURO 2016 round of 16 match between Italy and Spain at Stade de France on June 27, 2016 in Paris, France. (Photo by Matthias Hangst/Getty Images)

EVIAN-LES-BAINS (FRANCIA). – “Italien, wirkommen”, italiani, arriviamo. E’ una specie di grido di battaglia, quello che si leva dal ritiro della Nazionale tedesca, che ha scelto la parte francese più italiana, ossia l’Alta Savoia, come quartier generale dell’Europeo 2016.

L’urlo si mischia con i timori per una sfida storicamente ostile alla ‘Mannschaft’: la squadra dei bianchi di Germania, quando vede l’azzurro, si fa venire la tremarella.

Dal 1970, da quel pomeriggio (ma in Italia era tarda sera) a Città del Messico, fino ai giorni nostri, Italia-Germania del pallone è sempre leggenda, sfida all’ultimo assalto, lotta su ogni pallone, pathos allo stato puro. Inoltre, i tedeschi sono campioni del mondo in carica e l’Italia, mai come adesso, mina vagante di un torneo la cui storia è ancora tutta da scrivere.

“Per questo – spiega Joachim Loew – non condivido il coro di quelli che indicano la Germania come favorita numero uno di questo torneo. La Slovacchia non era lo snodo fondamentale per la conquista del titolo. Contro l’Italia dovremo usare umiltà e modestia, qualità indispensabili per una partita del genere.

Le sfide del passato? In quanto tali sono roba vecchia; non abbiamo un trauma Italia. Il passato è un caffè freddo, noi preferiamo invece bere un caffè appena fatto. E sabato ci dovrà piacere”.

Le parole del ct dei bianchi sono lineari come il gioco della sua squadra, la prima nella storia a conquistare un titolo mondiale in Sudamerica, due anni fa in Brasile, in una finale interminabile contro l’Argentina di Leo Messi.

La Germania, sabato a Bordeaux, non avrà di fronte gli argentini, ma un’Italia mai così stupefacente negli ultimi anni. Una squadra, quella di Conte, che, anche secondo Loew, propone “un nuovo stile di gioco”, che “mi ha impressionato”, le parole del selezionatore.

“Ieri la Spagna non ha avuto modo di segnare – spiega – non riusciva a sviluppare alcun tipo di gioco. Noi dovremo trovare il modo per sfruttare le nostre doti offensive. Gli azzurri non sono solo difesa, ma posseggono un altissimo livello di gioco. Grande merito ad Antonio Conte. Ha capito che, con il catenaccio, non si può vincere un torneo.

Hanno automatismi chiarissimi, con i quali hanno sopperito all’assenza di un giocatore come Pirlo. L’Italia è più forte di quella del 2008 e del 2012. Dicevano prima del torneo che era troppo vecchia e troppo difensiva, ma la verità è un’altra: ha esperienza, classe, inoltre è forte mentalmente e anche atleticamente”.

Eppure, a marzo, la Germania si è abbattuta sull’Italia, spazzandola via con un indiscutibile 4-1, in un’amichevole disputata sul terreno dell’Allianz Arena, a Monaco di Baviera. Una partita, quella, che per Loew “non fa testo”.

“Ogni match ha un proprio schema, un’inerzia diversa, quel che conta è che noi dovremo essere gli stessi di sempre, senza tararci sui nostri avversari. La qualificazione alla semifinale è abbastanza aperta, noi abbiamo fiducia, soprattutto se riusciremo a recuperare del tutto i giocatori che hanno accusato problemi fisici”.

Uno di questi è Jerome Boateng, gigantesco difensore del Bayern Monaco, che è stato impiegato durante il match contro la Slovacchia, aprendo peraltro le marcature. Nella ripresa è stato tolto dal campo per evitare ricadute, o comunque eventuali problemi. E’ anche da questi dettagli si giudica un selezionatore.

(dell’inviato Adolfo Fantaccini/ANSA)

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