Gli artigiani protestano, troppe tasse. Via 270 ore l’anno

Un artigiano del legno lavora in una sedia
Un artigiano del legno lavora in una sedia. (ANSA)

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ROMA. – Tante tasse, troppe, oltre a un fisco sempre più complesso: se ne vanno 270 ora l’anno per pagare i tributi. Gli artigiani protestano, per bocca del loro presidente Giorgio Merletti.

”Per l’86% degli imprenditori resta la complessità delle procedure amministrative. Solo per gestire gli adempimenti fiscali servono 269 ore l’anno, 92 ore in più rispetto alla media dei Paesi Ocse” ha detto Merletti dal palco dell’assemblea della Confartigianato, ascoltato in platea dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, dalla Presidente della Camera Laura Boldrini, dal ministro del Lavoro Giuliano Poletti.

Insomma la tanto attesa semplificazione della Pubblica amministrazione ancora non si vede. Anzi, gli enti pubblici continuano a non pagare e gli imprenditori hanno un conto in sospeso da 65 miliardi e mezzo con la P.a: a tanto ammontano i debiti commerciali accumulati dalla P.A. a fine 2015 nei confronti delle aziende fornitrici.

”Una montagna di denaro che è nostra ma che fatica a tornare nelle nostre aziende” ha detto Merletti aggiungendo che tuttavia ”i cattivi pagatori non si annidano solo nella P.A. Le grandi imprese private sono sempre meno puntuali nel saldare le fatture alle Pmi, costrette così a indebitarsi con le banche” mentre i finanziamenti alle imprese artigiane vengono tagliati: ”in 4 anni, dal dicembre 2011 allo stesso mese del 2015, si sono ridotti di 11 miliardi”, nonostante le dichiarazioni delle banche sul rilancio del credito.

Sempre sul fronte tasse, le misure adottate per attenuare il carico fiscale sulle imprese certo ”sono un segnale positivo, ma non bastano” ha detto il numero 1 della Confartigianato (un milione e mezzo di imprenditori, con 3 milioni di addetti).

”Lo spread fiscale tra Italia e Ue è sempre troppo elevato: 28 miliardi nel 2015. In pratica, gli italiani pagano 461 euro di tasse a testa in più l’anno rispetto alla media europea. E il total tax rate, cioè la somma di tutte le imposte e tasse pagate dall’impresa al lordo dei profitti, è pari al 64,8%, il più alto in Europa”.

Sul carico fiscale in busta paga, Poletti ha dato ragione alle Pmi artigiane: ”è evidente uno sbilanciamento tra il costo e il salario dei lavoratori. E’ il carico dei costi dell’inefficienza di questo Paese. Stiamo lavorando” ha assicurato.

Sempre più difficile insomma fare impresa, nonostante ci si riempia la bocca di Piccole imprese. ”Non nominare il nome delle Pmi invano. Basta – è quindi l’appello di Merletti – con l’abuso del termine Pmi. Non è un passepartout che fa diventare etico tutto quello a cui si appiccica questa etichetta e non può essere una tecnica di marketing per piacere agli imprenditori”.

Facile ripetere la litania senza ”guardare al valore che sta dentro al 99,4% delle imprese italiane con meno di 50 addetti e al 95,2% con meno di 10 addetti”. Alla presenza del Capo dello Stato la Confartigianato ha festeggiato i suoi 70 anni, ”ma nessuna voglia di andare in pensione” ha assicurato il Presidente Merletti puntando sui giovani, su chi, nonostante le difficoltà, non rinuncia a ”sogni, speranze, voglia di cambiare”.

Insomma, oggi più che mai, ha concluso, ”il futuro è artigiano”.

(di Paola Barbetti/ANSA)

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