Usa: “Più sforzi contro l’Isis”. Pinotti: “Faremo la nostra parte”

Usa: “Più sforzi contro l'Isis”.
Usa: “Più sforzi contro l'Isis”.
Usa: “Più sforzi contro l’Isis”.

WASHINGTON – Gli Stati Uniti riuniscono a Washington la coalizione globale anti Isis e tracciano dopo due anni un bilancio di successi sul terreno contro il “cancro” del Califfato in Iraq e Siria mettendo ora nel mirino Mosul. Ma ammettono che “molto resta da fare” per combattere la “metastasi” dello Stato Islamico che nelle ultime settimane ha rivendicato vari attentati, anche di di “lupi solitari” come quello di Nizza.

– Il momento è favorevole ma dobbiamo tutti fare di più per infliggere una sconfitta duratura all’Isis – chiede il capo del Pentagono Ashton Carter all’incontro dei ministri della difesa, che giovedì si riuniranno per la prima volta con quelli degli esteri.

All’appello risponde subito il ministro della difesa Roberta Pinotti.

– Nella lotta all’Isis c’è stata una accelerazione riconosciuta da tutti, ma ora bisogna accrescere lo sforzo e dare il massimo contributo: l’Italia continuerà a fare la sua parte –promette -. Con 500 militari alla diga di Mosul a ottobre – spiega – l’Italia resterà il secondo contingente più alto dopo gli Usa nella coalizione globale contro l’Isis perchè questa è una scelta, fatta con determinazione dal governo, nella convinzione che il Califfato sia un cancro del nostro mondo, nei Paesi dove si insedia e dove arriva con gli attentati.

Eliminare l’Isis dai territori che occupa è anche un modo per fermare gli attentati, impedendo addestramento e propaganda – prosegue il ministro, sottolineando anche la necessità di estirpare le fonti di finanziamento, di sostenere l’Islam moderato e di favorire lo sviluppo economico, “come stiamo facendo noi italiani con la diga di Mosul, vitale per la regione”.

Da parte di Carter non è mancato il plauso e il ringraziamento per quanto sta facendo l’Italia nella lotta all’Isis, come ha sottolineato orgogliosamente la Pinotti, illustrando i “primati” del nostro Paese all’interno della coalizione:

– Siamo il secondo contingente con oltre 1300 uomini, e il secondo anche nel solo Iraq. Le nostre forze aeree in Kuwait, impegnate in attività di ricognizione, sono prime per numero di voli.

Rilevante anche l’impegno nella stabilizzazione dei Paesi dove si è insediato l’Isis, in particolare con l’addestramento delle forze locali in Iraq da parte dei carabinieri e dell’esercito.

– Il 36% di tutti i soldati addestrati dalla coalizione è opera nostra – osserva il ministro. E proprio per sostenere l’Iraq Washington ha ospitato parallelamente la Conferenza dei donatori, con l’obiettivo di raccogliere almeno 2 miliardi di dollari.

– Ora la nuova sfida è rendere sicure le aree liberate a aiutarle a riprendersi – ha detto il capo della diplomazia americana, che oggi prevede di incontrare anche il ministro degli esteri Paolo Gentiloni. Obiettivo del summit della coalizione è invece mettere a punto le prossime mosse.

Sul piano militare nessuno nasconde che, dopo la liberazione di Falluja, si sta preparando l’offensiva per conquistare Mosul. Nessuno si sbilancia sui tempi, ma un diplomatico basato a Baghdad ha ipotizzato con il Nyt il mese di ottobre. Ma se la vittoria sul terreno in Iraq e in Siria sembra solo questione di tempo, restano aperti molti altri fronti: dalle affiliazioni dell’Isis in Libia e in Afghanistan ai network di foreign fighter e ai ‘lupi solitari’ che alimentano la metastasi del Califfato.

Carter ha ricordato che nei raid della coalizione sono stati uccisi oltre 20 jihadisti dell’Isis che stavano “pianificando attivamente attacchi contro i nostri paesi e il nostro personale”. Ma di attentati commessi da ‘lone wolf’, profetizza l’inviato speciale americano per la Coalizione anti-Isis, Brett McGurk, “continueremo a vederne ancora”.

(Claudio Salvalaggio/ANSA)

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