Pressing Ue-Usa su Erdogan, niente caccia alle streghe

Pressing Ue-Usa su Erdogan, niente caccia alle streghe FOTO: ©REUTERS
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BERLINO – Unione europea e Stati Uniti fanno pressing su Erdogan perché la repressione del tentato golpe in Turchia non rappresenti la fine dei diritti nel Paese e l’inizio di una “caccia alle streghe”: una possibilità concreta, soprattutto dopo la sospensione annunciata da Ankara della convenzione Ue sui diritti umani.

L’Austria è il primo Paese dell’Ue a convocare l’ambasciatore turco per “chiarire in quale direzione Ankara intenda andare”, sostiene il ministro degli Esteri Sebastian Kurz che bolla come “inaccettabili e incomprensibili” le misure prese finora da Erdogan. E la Germania chiede ad Erdogan di “evitare la caccia alle streghe”.

Il ministro degli Esteri Frank Walter Steinmeier, chiede che lo stato di emergenza “sia limitato al tempo necessario e poi revocato immediatamente”, di “rispettare i principi dello stato di diritto” e di “mantenere la giusta misura delle cose”.

Durissima la posizione dell’Italia. La reazione di Ankara al fallito golpe “è inaccettabile” secondo il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, che rinnova “l’invito al governo e alle autorità turche a contenere questa reazione nell’ambito del rispetto delle regole e dello stato di diritto”.

– Ormai – rileva Gentiloni – la lunga scia delle vendette, delle liste di proscrizione, delle epurazioni e degli arresti di massa è davvero inaccettabile. Lo dice un governo che, come tutti i governi dei paesi occidentali, ha condannato il tentativo di colpo di stato ma la reazione a questo tentativo non può essere una reazione che stravolge le regole dello stato di diritto e del rispetto della legge.

E dopo la sospensione della convenzione sui diritti umani da parte del governo di Ankara, un invito a Erdogan “a proteggere le tradizioni e le istituzioni democratiche” arriva dalla Casa Bianca.

– Anche se la voglia di fare giustizia è comprensibile – puntualizza il portavoce Earnest – il governo deve dimostrare il rispetto del suo impegno verso la democrazia.

La situazione turca desta attenzione anche nella politica italiana. “Profondamente preoccupato” è il presidente del Senato Pietro Grasso. Nel ribadire che “le regole dello Stato di diritto non sono derogabili nemmeno per i reati più gravi e che non sono mai ammissibili trattamenti degradanti e disumani vietati dal diritto internazionale”, Grasso ritiene che la reintroduzione della pena morte sarebbe “un passo indietro dalla storia”.

– Con l’annuncio della sospensione della convenzione sui diritti umani la Turchia volta le spalle ai principi e ai valori dell’Europa – sottolinea la presidente della Camera Laura Boldrini.

(Francesco Bongarrà/ANSA)

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