L’ultima di Trump, test ideologico per gli immigrati

L'ultima di Trump, test ideologico per gli immigrati
L'ultima di Trump, test ideologico per gli immigrati
L’ultima di Trump, test ideologico per gli immigrati

NEW YORK. – Gli immigrati che cercano di essere ammessi negli Stati Uniti devono essere sottoposti a dei test: se risulterà che “condivideranno i nostri valori e rispetteranno la nostra gente” allora potranno entrare. Altrimenti “negheremo” loro l’ingresso. L’ultima bordata di Donald Trump è diretta verso i migranti nella sua visione di guerra al terrorismo.

L’ingresso, è stato il monito lanciato dal tycoon, non sarà negato solo ai simpatizzanti dei terroristi ma anche a chi crede nella Sharia, a chi non crede nella Costituzione americana e a chi “sostiene l’intolleranza e l’odio”. “Saremo duri, saremo estremi” nelle valutazioni sui test ideologici, ha promesso.

Immediata la replica dei democratici, affidata al vice presidente Joe Biden. Trump è un rischio per la sicurezza degli Stati Uniti, ha detto Biden, definendolo “assolutamente non qualificato ad essere presidente degli Stati Uniti. Su ogni aspetto riguardante la sicurezza, non ha la minima idea di cosa serve per guidare il paese”.

Ma Trump non molla. Evoca la Guerra Fredda e l’atteggiamento tenuto allora dagli Stati Uniti come strada maestra per battere l’islam radicale. “Come abbiamo vinto la Guerra Fredda e i mali del comunismo, così dobbiamo comportarci per sconfiggere l’ideologia dell’islam radicale”, ha affermato Trump.

Ma proprio sulla Russia e sui legami filorussi di Trump la campagna di Hillary chiede chiarezza. Una trasparenza invocata all’indomani dalle indiscrezioni sui 12,7 milioni di dollari ricevuti fra il 2007 e il 2012 da Paul Manafort, il capo della campagna di Trump, dal partito filorusso dell’ex presidente dell’Ucraina Viktor Yanokovich per consulenze.

Con il nuovo affondo sugli immigrati il tycoon, in difficoltà nei sondaggi, punta a rilanciare le sorti della campagna elettorale con quella retorica che gli ha consentito di sbancare alle primarie. Il tempo però stringe.

Il conservatore Wall Street Journal chiede di rispettare la scadenza del ‘Labor Day’: se entro il prossimo 5 settembre non sarà cambiato e non avrà adottato un atteggiamento da candidato presidenziale, il tycoon dovrebbe girare la nomination a Mike Pence, candidato alla vice presidenza, è l’esortazione del giornale.

Trump però tira dritto. E avrebbe iniziato a prepararsi ai dibattiti presidenziali, il primo in calendario il 26 settembre. Secondo indiscrezioni, ad aiutare Trump sarebbe l’ex braccio destro di Rupert Murdoch, Roger Ailes. L’ex presidente di Fox News, cacciato per uno scandalo sessuale, avrebbe iniziato a collaborare con Trump.

Affila le armi in vista dei dibattiti anche Hillary. La campagna di Clinton è alla ricerca di un buon preparatore che aiuti la democratica a smarcarsi dai possibili attacchi di Trump su alcuni temi delicati, fra i quali lo scandalo di Monica Lewinsky. L’entourage di Hillary dà infatti per scontato che Trump attaccherà Clinton sugli scandali di Bill e punta a prepararla al meglio.

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