Lo specchio di una realtà

L'Ambasciatore Silvio Mignano durante una conferenza con i pensionati a Caracas.
L'Ambasciatore Silvio Mignano durante una conferenza con i pensionati a Caracas.
L’Ambasciatore Silvio Mignano durante una conferenza con i pensionati a Caracas.

E’ ormai un luogo comune. Anche così si continua a ripetere con monotona insistenza: il Venezuela attraversa una profonda crisi economica e istituzionale. La nazione prospera di un tempo è solo una vecchia fotografia sbiadita che poco o nulla assomiglia al Paese dei nostri giorni. Lo sappiamo tutti. Lo sa chi ci vive e soffre in carne propria la penuria di un’economia “di guerra”, senza fortunatamente la disgrazia del conflitto bellico; e lo sa chi vive in Italia.

In particolare, il governo e il Parlamento. Il primo, opportunamente informato dalla nostra Ambasciata; il secondo, ragguagliato dai deputati e senatori eletti all’estero. In primis, l’on. Fabio Porta e il senatore Claudio Micheloni. Eppure…

Non più “Madrepatria” ma “matrigna” indifferente. Duole dirlo, ma sono i fatti a parlare. Mentre in Italia la politica è distratta dalla futura sfida sulla quale il governo, dopo la pausa estiva, si giocherà credibilità e futuro; in Venezuela sempre più connazionali si sentono soli e abbandonati. Sono i pensionati e i meno abbienti.

I primi, che per un cavillo burocratico oggi ricevono cifre irrisorie solo paragonabili a un’elemosina; gli altri, obbligati a umilianti file davanti agli uffici di assistenza sociale dei nostri Consolati che purtroppo non hanno le risorse per aiutare chi non ha avuto fortuna nella vita.

I pensionati sono castigati da una burocrazia che si muove con la lentezza di un pachiderma quando si tratta di prendere decisioni che non interessano da vicino. Quella burocrazia, oggi, ha sulla coscienza la sofferenza di tanti italiani del Venezuela che ricevono una pensione inferiore anche ai 20 euro.

Non c’è più ragione per ritardi. Non c’è motivo per non permettere all’Inps il calcolo delle pensioni allo stesso tasso di cambio vigente per i servizi consolari. E’ semplicemente vergognoso rimandare ancora, per cavilli amministrativi, una decisione che si sarebbe dovuta prendere da mesi, facendo giustizia ai nostri pensionati e restituendo loro dignità.

Si tratta d’altronde di una cifra irrisoria che non provocherebbe certo il crollo economico di una nazione che loro hanno contribuito a far grande con le rimesse.

I connazionali meno abbienti, poi, sentono sempre più distante la Madrepatria che, pur cosciente della crisi che vive il Venezuela, non interviene per aiutare loro ad avere quel minimo di qualità di che meriterebbero dopo tanti sacrifici, così come fanno altre nazioni con i propri cittadini.

Le due lettere che pubblichiamo sono lo specchio di una realtà difficile, quella di una comunità che risiede in un paese che vive una profonda crisi umanitaria; una crisi che il governo si ostina a negare per ragioni di opportunità politica ma che l’Italia non dovrebbe far finta che non esista.

Mauro Bafile

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