L’industria delle telecomunicazioni promuove il piano Industria 4.0 varato dal Governo

Foto convegno Ey a Capri. Da parte di Giuseppe Catuogno
Foto convegno Ey a Capri. Da parte di Giuseppe Catuogno
Foto convegno Ey a Capri. Da parte di Giuseppe Catuogno

CAPRI (NAPOLI). – L’industria delle tlc promuove il piano Industria 4.0 varato dal Governo, programma che ha al centro gli investimenti in innovazione e che potrebbe essere ancora più appetitoso, grazie alla possibilità di inserire il superammortamento per gli investimenti in fibra nelle aree grigie. Il lavoro che il ministro dello Sviluppo Carlo Calenda ha presentato pochi giorni fa e che finirà nella Legge di Bilancio è stato al centro del tradizionale appuntamento annuale di Capri che EY dedica al digitale.

A illustrare il piano nel dettaglio è stato proprio il ministro Calenda, in un videointervento nel quale ne ha ribadito i punti principali per la spinta degli investimenti, aggiungendo anche una ulteriore possibile misura per la diffusione della fibra nelle aree grigie, quelle dove c’è il 70% delle imprese, ma che non sono particolarmente ‘interessanti’ per il mercato e dove non è possibile l’intervento diretto dello Stato:

“Stiamo ragionando – ha annunciato Calenda – su cosa si può fare per incentivare l’offerta. Una delle analisi non conclusa consiste nella possibilità di considerare parte di questi investimenti nel superammortamento: è un ragionamento aperto anche con Bruxelles, perché le aree grigie sono un pezzo che realmente cambia il sistema produttivo italiano”.

L’ad di EY Donato Iacovone ha parlato di un piano che ha “tanti pregi”, quello di Microsoft Italia Carlo Purassanta ha osservato che ormai “a livello normativo è rimasto ben poco come freno” e quindi adesso “bisogna più afferrare l’opportunità che stare a guardare cos’è che manca”.

Forte apprezzamento è stato espresso anche dal numero uno di Telecom Italia, Giuseppe Recchi, secondo cui si tratta di “un piano altamente virtuoso, molto strategico per il Paese e che creerà infinite opportunità”. Il presidente ha poi colto l’occasione non solo per smentire presunti dissidi al vertice del gruppo (“Non c’è mai stata tanta unità”) ma anche per fornire qualche aggiornamento sugli investimenti che Telecom sta facendo nella fibra:

“Abbiamo cablato nell’ultimo anno un’area grande come l’Austria e avanziamo di una Torino al mese”, ha rivendicato. Tuttavia, ha avvertito, “è inutile costruire un’infrastruttura se nessuno la compra”: quindi non è il caso di “costruire cattedrali nel deserto”, perché “è vero che prima deve venire l’offerta”, ma “non possiamo stare 10 anni davanti alla domanda, non possiamo permetterci scelte non sostenibili nel medio periodo, è un rischio come operatore”.

Diverso è il discorso delle aree bianche, quelle nelle quali l’investimento è a carico dello Stato grazie ai bandi Infratel che, però, sono finiti sotto la lente della giustizia amministrativa per i ricorsi presentati da Telecom e Fastweb: una prima risposta è arrivata dal Tar del Lazio, che deciderà direttamente nel merito il ricorso di Fastweb il prossimo 14 dicembre.

(dell’inviata Francesca Paggio/ANSA)

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