BRUXELLES. – Eliminare la ‘lista nera’ dei Paesi senza lo status di economia di mercato, aggirando così il problema della Cina, e legarla al rafforzamento degli strumenti di difesa commerciale per poter continuare a tutelare le imprese europee con dazi più elevati in stile Usa, in caso di dumping in settori come l’acciaio. E’ la nuova strategia proposta dalla Commissione Ue, per cui è un modo per continuare a tutelare il mercato europeo dall’invasione dei prodotti cinesi ma senza infrangere le regole del Wto. Per altri, invece, è un effetto boomerang che di fatto equivale, come denuncia Confindustria, a concedere lo status di economia di mercato alla Cina.
“La sovraccapacità produttiva è il cancro del commercio mondiale”, ha dichiarato il vicepresidente della Commissione Ue alla crescita Jyrki Katainen, che ha incontrato il vicepremier cinese Ma Kai per illustrargli le nuove misure Ue e definire i dettagli della piattaforma congiunta sull’acciaio che verrà lanciata “presto”.
Rafforzare gli strumenti di difesa Ue e “la questione del protocollo di accesso al Wto della Cina” sono “legati l’uno all’altra”, ha messo in chiaro. La partita è però ancora del tutto aperta, e si giocherà venerdì mattina al vertice Ue dove, oltre all’accordo di libero scambio con il Canada tenuto in ostaggio dalla Vallonia, atterrerà sul tavolo dei 28 anche il dossier che affila i dazi e che da tre anni è bloccato al Consiglio da diversi Paesi ‘liberisti’, in primis Gran Bretagna, Olanda e Svezia.
La scommessa della Commissione Ue, legando i due dossier, è mettere pressione sui 28 per avere l’ok entro l’11 novembre, alla prossima riunione dei ministri del commercio, al pacchetto sui dazi in tempo per dicembre, quando giungono a scadenza le disposizioni sul calcolo del dumping nei protocolli di adesione della Cina (ma anche di Vietnam e Tagikistan) al Wto.
Il rafforzamento delle difese commerciali Ue, tra l’altro, prevede l’esenzione dalla regola del cosiddetto ‘dazio inferiore’ per i settori vittime di dumping e sovrapproduzione che potrebbe quindi andare a beneficio dell’industria siderurgica. E, con le chiusure degli impianti britannici vittime dalla concorrenza sleale cinese e la Brexit alle porte, anche Londra potrebbe adottare una posizione meno intransigente rispetto al passato sulla questione, su cui finora si è arenato il pacchetto.
Una mossa, però, che per la vicepresidente di Confindustria per l’Europa Lisa Ferrarini è “profondamente sbagliata” e nient’altro che un “maquillage” della concessione dello status di economia di mercato alla Cina. “I due temi non andrebbero mischiati”, ha avvertito, e “il mix fatto non ha senso e va solo a discapito delle imprese” che tra l’altro dovranno sostenere a loro carico l’onere della prova del dumping.
In ogni caso i dazi già applicati e le indagini aperte non verranno toccati da queste proposte e, in caso di stallo, resterà comunque in vigore lo status quo, senza invasioni ‘cinesi’ sul mercato Ue.
(di Lucia Sali/ANSA)