ExoMars, la missione su Marte che parla italiano

Il lander Schiaparelli, progettato e assemblato sotto responsabilità italiana nell'ambito della missione congiunta Europa-Russia,
Il lander Schiaparelli, progettato e assemblato sotto responsabilità italiana nell'ambito della missione congiunta Europa-Russia,
Il lander Schiaparelli, progettato e assemblato sotto responsabilità italiana nell’ambito della missione congiunta Europa-Russia,

ROMA. – Parla italiano la missione ExoMars, che ha portato con successo un’altra sonda europea nell’orbita di Marte, il Tgo (Trace Gas Orbiter), e che ha progettato e realizzato il lander dedicato all’astronomo italiano Giovanni Schiapparelli, autore della prima mappa completa del pianeta rosso. E anche se si attendono conferme sull’esito dell’atterraggio, la missione di Schiaparelli rappresenta comunque un test di successo. Ha infatti permesso di raccogliere dati preziosi, registrati dall’orbiter Tgo.

Promossa dall’Agenzia Spaziale Europea (Esa) in collaborazione con la russa Roscosmos e realizzata con il forte contributo dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi), la missione ExoMars porta sul pianeta rosso, l’eccellenza italiana della ricerca, della tecnologia e dell’industria.

L’Asi è infatti il principale contributore della missione, con 350 milioni di euro, pari al 32% del costo complessivo di 1,3 miliardi. Ma soprattutto l’industria italiana ha la leadership di entrambe le fasi della missione ExoMars: quella attuale e quella in programma nel 2020, con Leonardo Finmeccanica e la sua partecipata Thales Alenia Space (Thales-Leonardo Finmeccanica). Quest’ultima ha integrato entrambi i veicoli nei suoi stabilimenti di Torino.

Sempre a Torino la Telespazio (Leonardo Finmeccanica-Thales) ha contribuito al centro di controllo del lander Schiaparelli, gestito dall’Altec, la società nata dalla collaborazione fra Thales Alenia Space e Asi.

Altrettanto importante per la missione è il contributo scientifico italiano, con l’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf), l’università di Padova e l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn).

Con l’operazione di oggi il programma ExoMars ha comunque concluso la sua prima fase e ora potrà guardare al futuro, in vista della seconda fase prevista nel 2020, quando in oltre 200 giorni dovrà raccogliere campioni di suolo marziano fino a una profondità di 2 metri e analizzarli a bordo.

I suoi obiettivi sono la ricerca di tracce di vita passata e presente su Marte, lo studio delle caratteristiche geochimiche del pianeta, la conoscenza dell’ambiente, ma anche l’identificazione dei possibili rischi per l’uomo, quando sarà pronto a sbarcare su pianeta rosso e poi a colonizzarlo.

(di Arabella Marconi/ANSA)

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