Industriali under40, crescita nel 2017 o lacrime e sangue

Industriali under-40, crescita in 2017 o lacrime-sangue
Industriali under-40, crescita in 2017 o lacrime-sangue
Industriali under-40, crescita in 2017 o lacrime-sangue

CAPRI (Napoli). – I Giovani di Confindustria, pur con le riserve di attendere prima il testo poi anche il giudizio di Bruxelles, promuovono la manovra del Governo che ha “tutte le premesse per chiamarsi ‘legge di sviluppo’”. Ma avvertono: con le entrate “per lo più basate su misure una tantum, come la rottamazione delle cartelle esattoriali o una nuova voluntary disclosure” la strada è stretta: “Se non cresciamo nel 2017 rischiamo di sforare ogni limite di deficit o di dover fare, a breve, una manovra correttiva lacrime e sangue”.

Non tutte le misure convincono: “Più che cambiare nome a Equitalia andrebbe resa equa l’Italia”, ma c’è soddisfazione nel “vedere finalmente un disegno di politica industriale, ampio e organico, che sicuramente contribuirà a cambiare il Paese” e “la vita di tutti i giorni delle imprese, sostenendone gli investimenti”.

“Non ci sono né lacrime né sangue, per fortuna”, ribatte il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti. Il leader dei giovani di via dell’Astronomia, Marco Gay, parla alla ‘sua’ platea, gli industriali under-40. E’ il suo ultimo intervento al tradizionale convegno di autunno a Capri, in vista della fine del suo mandato a maggio 2017: “E’ questo quello che mi è stato più cuore in questi tre anni. Portare avanti con coraggio le nostre idee, senza paura. Essere autorevoli ed indipendenti”.

A Capri, dove era stato invitato anche il vicepresidente 5Stelle della Camera Luigi Di Maio che non ha poi partecipato, Marco Gay è netto contro “quelli che diffondono il virus del populismo, inventano i complotti internazionali, alimentano il risentimento sociale” come “clava per distruggere la ricchezza stessa”, contro “chi invece di dare corpo a progetti forti e ambiziosi si aggrappa all’alibi dei poteri forti e ne agita lo spauracchio”.

“Noi – dice Gay – a questa decrescita ‘infelice’, a questa Italia piccola, povera, rattrappita su se stessa, affascinata dalla prospettiva del baratto più che da quella dei big data, non ci stiamo”. Gli industriali sono invece “convinti che a Roma, come altrove, dobbiamo essere protagonisti di grandi progetti di sviluppo”, così aggiunge: “Queste Olimpiadi le volevamo proprio”.

I ‘giovani’ rilanciano il sì di Confindustria al referendum costituzionale: “Non possiamo accettare quelli che voteranno ‘no’ solo per antipatia dell’attuale governo o perché sperano di poter lucrare dalla bocciatura della riforma”, “quelli che ambiscono a dare l’assalto alla Bastiglia, a trasformare il referendum in una sorta di elezioni politiche anticipate, a formare accordicchi per trovare una poltrona con un governo di scopo o, ancora più banalmente, a sostituire il proprio segretario di partito”.

Al convegno anche i leader della Cgil Susanna Camusso, della Cisl Annamaria Furlan, della Uil Carmelo Barbagallo. “Ci sono imprenditori che non fanno i furbetti; c’è tanta gente perbene. Lavoriamo insieme. Se riusciremo a farlo sarà un passaggio importante per il futuro del nostro paese”, è l’appello ai sindacati di Gay. “Spero che ne nasca un patto per il Paese”, risponde Annamaria Furlan.

(dell’inviato Paolo Rubino/ANSA)

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