Tra Clinton e Trump, battute al vetriolo alla cena di gala

Clinton-Trump, battute al vetriolo alla cena di gala
Clinton-Trump, battute al vetriolo alla cena di gala
Clinton-Trump, battute al vetriolo alla cena di gala

NEW YORK. – Per i due candidati alla Casa Bianca, dopo l’ultimo velenoso duello tv, poteva essere l’occasione per allentare le tensioni di una campagna elettorale raramente così infuocata e caratterizzata da attacchi personali. Ma la tradizionale cena di beneficenza organizzata ogni anno dall’arcivescovo di New York si è trasformata in un nuovo ring. Un ring sul quale Donald Trump e Hillary Clinton sono tornati a scambiarsi battute al vetriolo, tra lo sgomento del pubblico presente.

E dire che la serata di gala dell’Al Smith Dinner, un vero e proprio rito della politica americana, da 70 anni si caratterizza per le battute umoristiche che gli invitati sono chiamati a scambiarsi sul palco del lussuoso hotel Waldorf Astoria di Park Avenue, nel cuore di Manhattan. Ma – dopo la stretta di mano che stavolta i due sfidanti sono stati ‘costretti’ a darsi prima di sedersi a tavola – il clima si è fatto subito pesante. A tratti con un evidente imbarazzo anche del cardinal Timothy Dolan, seduto in mezzo a loro.

L’intervento di Trump, in un contesto che avrebbe dovuto essere spensierato, è stato durissimo. Accolto anche dai fischi e dai ‘buu..’ di molti ospiti quando serissimo, nel gelo generale, è tornato ad accusare Clinton di corruzione. Il Washington Post definisce il discorso l’elogio funebre della sua campagna elettorale.

Campagna che a 19 giorni dal voto continua a perdere pezzi, con l’addio del direttore politico Jim Murphy, che parla di una scelta dettata da ‘motivi personali’. Ma che la struttura elettorale dietro al tycoon si stia sgretolando è un dato di fatto, segno che anche molti dei fedelissimi cominciano a dubitare sulla possibilità di una chance di vittoria.

Mentre il partito repubblicano è sempre più nel caos. Non solo rassegnato a perdere la Casa Bianca, ma anche terrorizzato da una vittoria a valanga di Hillary Clinton e dei democratici che significherebbe perdere la maggioranza in Congresso, sia alla Camera che al Senato. Una batosta elettorale, insomma, come poche volte nella storia americana.

Intanto Barack Obama, da Miami, accusa Trump di trattare gli americani da ‘idioti’, mettendo ancora una volta in guardia sull’inaffidabilità del candidato della destra: “Donald Trump non può avere in mano i codici nucleari”. E a migliaia di chilometri di distanza, a Phoenix, anche la first lady Michelle torna a fustigare il tycoon che continua ad agitare lo spettro delle elezioni truccate: “Così insulta gli americani, è una minaccia all’idea dell’America stessa”.

Quanto a Clinton, anche il suo volto alla cena del Waldorf Astoria era tutt’altro che disteso e spensierato. La frecciata più velenosa al rivale – e non poteva essere diversamente – l’ha lanciata sulle donne: “La gente guarda la Statua della Libertà e pensa con orgoglio alla nostra nazione fondata sull’immigrazione. Trump la guarda e vede una donna da 4. Forse da 5 se le tolgono la torcia e le cambiano pettinatura…”.

(di Ugo Caltagirone/ANSA)

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