Renzi minaccia il veto sul bilancio dell’Ue

Italian Prime Minister Matteo Renzi during the registration of the Rai Tv program "Porta a porta", hosted by journalist Bruno Vespa, in Rome, Italy, 25 October 2016. ANSA/MASSIMO PERCOSSI
Italian Prime Minister Matteo Renzi during the registration of the Rai Tv program "Porta a porta", hosted by journalist Bruno Vespa, in Rome, Italy, 25 October 2016. ANSA/MASSIMO PERCOSSI
Italian Prime Minister Matteo Renzi during the registration of the Rai Tv program “Porta a porta”, hosted by journalist Bruno Vespa, in Rome, Italy, 25 October 2016.
ANSA/MASSIMO PERCOSSI

ROMA. – Matteo Renzi riceve l’annuncio della lettera Ue in diretta tv ma non arretra nella difesa della manovra. Anzi, alza il tiro della sfida all’Ue minacciando di mettere il veto sul bilancio europeo se nel 2017 non arriverà un aiuto per affrontare l’emergenza migranti. “Da marzo non riusciremo a far fronte agli sbarchi, l’Ue apra le porte e il portafoglio e noi abbassiamo le spese”, avverte il premier che difende i saldi della manovra e si dice “ottimista” che il pil raggiungerà l’1 per cento nel 2016.

Il premier non ha alcuna intenzione di farsi intimidire dai rilievi espressi da Bruxelles ai quali il governo risponderà nei prossimi giorni. Nè tanto meno di farsi mettere dietro la cattedra. “Di violazioni alle regole Ue ce ne sono tante: la Francia è da 9 anni sopra il 3 per cento, la Spagna ha un deficit doppio del nostro”, fa l’elenco nel salotto di Bruno Vespa, chiarendo che anche la mole del debito italiano è cresciuto molto meno che negli altri paesi.

Ma non è “sui decimali” che Renzi vuole schiacciare la discussione. Il problema per il premier, che vuole fare del 2017 un anno “chiave” per il ruolo dell’Italia in Ue anche sfruttando la tornata elettorale di Germania e Francia, sono i valori su cui si fonda l’Europa che ora “è poco solidale”.

“Noi diamo 20 miliardi all’Europa e l’Ue ce ne restituisce 12, ma se l’Ungheria o la Slovacchia ci fanno la morale sui migranti e non ci danno una mano” l’Italia è “pronta” a mettere il veto sul bilancio comunitario. Perchè, incalza il premier, senza le spese per i migranti il deficit sarebbe al 2 per cento e la legge di bilancio avrebbe insistito di più su taglio di deficit e debito.

“Io non vado avanti per conto mio ma per conto dell’Italia e noi abbiamo rispettato tutte le regole”, tiene il punto il premier ancora convinto che salvare i migranti “sia un dovere” anche se la vicenda di Goro con le barricate anti-profughi “è una vicenda complessa” in cui anche lo Stato ha una colpa nella reazione di una parte dei cittadini.

Deciso dunque a non cambiare le cifre della manovra, “un passo avanti nella riduzione della pressione fiscale”, il presidente del Consiglio lancia un appello ad un clima di unità tra i partiti sia per appoggiare punti della manovra, come i 2 miliardi per la sanità e la fine di Equitalia, sia per condividere la linea rispetto all’Ue.

“Vorrei che tutti insieme, maggioranza e opposizione – chiede – senza dividerci, dicessimo a questi paesi che il meccanismo è finito. Vorrei che tutti sostenessero che la posizione del governo è la posizione dell’Italia”. Una partita, quella in Ue, assicura Renzi, che non è legata a favorire la vittoria del sì al referendum, comunque cruciale per il capo del governo per favorire la stabilità Ue. Sulla riforma, è convinto il leader Pd, anche Grillo è in teoria d’accordo.

“Grillo – sostiene Renzi lanciando il guanto della sfida tv al leader M5S – è nato dicendo al Vaffa day: vogliamo i referendum propositivi e sono in riforma, le petizioni popolari devono essere per forza discusse ed è in riforma, c’è la riduzione dei senatori e sono cancellati i rimborsi dei consiglieri regionali. Grillo ora in difficoltà deve dire no e si è inventato la Mossa di oggi”.

(di Cristina Ferrulli/ANSA)