Renzi, Università classe dirigente del Paese

Foto Palazzo Chigi/Tiberio Barchielli/LaPresse28 10 2016 Padova, Italia Politica Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi in visita all'Università di PadovaNella foto: il premier Matteo Renzi LaPresse/Palazzo Chigi/Tiberio Barchielli ------------------------------------------------------------------------------------------
Foto Palazzo Chigi/Tiberio Barchielli/LaPresse28 10 2016 Padova, Italia Politica Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi in visita all'Università di PadovaNella foto: il premier Matteo Renzi LaPresse/Palazzo Chigi/Tiberio Barchielli ------------------------------------------------------------------------------------------
Foto Palazzo Chigi/Tiberio Barchielli/LaPresse28 10 2016 Padova, Italia Politica Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi in visita all’Università di PadovaNella foto: il premier Matteo Renzi LaPresse/Palazzo Chigi/Tiberio Barchielli
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PADOVA. – Per investire sul futuro e far cambiare direzione all’Europa l’Italia “ha bisogno anche delle sue Università”, ed è tempo che i ‘cervelli’ fuggiti all’estero tornino in patria. Matteo Renzi sceglie l’Università di Padova, e l’iniziativa che ha portato in queste aule 22 ‘scienziati’ di ritorno per lanciare un nuovo patto tra istituzioni e mondo accademico.

“Basta parlare solo di fuga di ‘cervelli’ – dice il premier nell’aula magna del Bo -, dobbiamo finalmente entrare nella dimensione che l’Italia deve attrarre ‘cervelli’. Se poi qualcuno se ne vuole andare, vada, se la giochi, ma quelli che pensano di voler fare ricerca nel proprio Paese ritornino qui”.

E’ in effetti una giornata inconsueta quella che si celebra nell’ateneo dove insegnò Galileo Galilei, e che tra breve festeggerà 800 anni di storia. Ci sono 22 giovani professori e ricercatori italiani e stranieri davanti al rettore Rosario Rizzuto, che illustrano brevemente la loro carriera e spiegano perchè hanno deciso di scommettere sull’Italia.

“Bentornata”, “congratulazioni, benvenuto” dice a tutti Renzi, stringendo loro la mano, dopo aver ricordato che proprio oggi il Miur firmava le misure che porteranno 500 milioni in più nel Programma nazionale per la ricerca (Rnr), cui si aggiungeranno in manovra di bilancio 280 mln per i dipartimenti universitari.

Il problema è questo: gli atenei italiani non vanno male nelle classifiche internazionali – Padova è 21/ma tra 1400 Università europee per qualità delle pubblicazioni dei propri ricercatori – Ma mentre gli altri Paesi, come Francia e Inghilterra, gli scienziati se li tengono stretti, o li attraggono, in Italia non arriva nessuno.

“Il corpo docente si deve riscoprire classe dirigente di questo Paese, almeno quanto la classe politica e le istituzioni” ha detto allora Renzi, non dimenticando che lo ‘scollamento’ è stato anche frutto di scelte miopi del passato; perchè quando si tagliava “l’Università era perfetta come agnello sacrificale”.

Così non si è fatto sfuggire l’occasione per tornare a criticare l’Europa dell’austerity. “Sembra che se uno va in Europa per chiedere il rispetto delle regole, vuole fare il Pierino, il Gianburrasca – ha detto -, o peggio ancora lo fa per aprire un dibattito politico interno, per ricadute di consenso”.

“Se vogliamo cambiare – ha osservato – dobbiamo cambiare al nostro interno, ma devono farlo anche le istituzioni europee. Se non cambiano perdono la più grande esperienza democratica degli ultimi secoli”.

Quella all’Università non è stata però la sola tappa del presidente del Consiglio a Padova, dove ieri aveva dovuto rinviare – per il nuovo terremoto in Centro Italia – un’iniziativa referendaria in Fiera. Renzi ha iniziato la giornata visitando il carcere Due Palazzi, accompagnato dal ministro Andrea Orlando.

“Un gesto inedito per un premier”, aveva scritto in un tweet al mattino, rivolgendo un pensiero a Marco Pannella, che nel carcere padovano era di casa ogni Natale. Anche Pierluigi Bersani, segretario del Pd nel gennaio 2013, aveva dedicato un giorno del suo tour da candidato premier all’incontro con i reclusi nel Due Palazzi.

Matteo Renzi si è fermato oltre un’ora nella struttura, stringendo centinaia di mani di detenuti, guardie penitenziarie, volontari delle coop che portano il lavoro, prima occasione di riabilitazione. Non si è fatto mancare una tappa nella famosa pasticceria interna del Due Palazzi, gestita dalla coop ‘Giotto’, che sforna 84mila panettoni l’anno e impiega un centinaio di persone (per metà detenuti).

“Lo conosco bene il vostro panettone, lo mangio ogni anno a Natale” ha detto Renzi, che poi è stato avvicinato da Mustapha, un giovane proveniente dal Marocco. Il detenuto ha chiesto un autografo con dedica per il figlio. Dopo essersi informato su nome e età del bimbo, il premier ha scritto sul foglio: “Ciao Zaccaria, mi raccomando, contiamo su di te. Matteo Renzi”.

(dell’inviato Michele Galvan/ANSA)

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