Petrolio in picchiata sotto i 47 dollari al barile

Operaio camminando sopra dei barili di petrolio accatastati
Tonfo petrolio a -7,3%
Petrolio giù sotto 47 dlr al barile, pesa su Borse Ue
Petrolio giù sotto 47 dlr al barile, pesa su Borse Ue

ROMA. – Petrolio ai minimi da un mese, Milano maglia nera tra le Borse europee, spread Btp-Bund ai massimi da giugno ed euro sempre in calo contro il biglietto verde: questa la fotografia dell’ultima seduta del mese di ottobre sui mercati internazionali. Il prezzo del greggio crolla sotto i 47 dollari al barile dopo il mancato accordo tra i Paesi Opec e gli altri maggiori esportatori, come Russia e Brasile, sul taglio delle quote di produzione nell’incontro tecnico che si è svolto a Vienna nel weekend.

Al mercato di New York il petrolio (Wti) è sceso a 46,86 dollari al barile (-3,76%), ai minimi dal 29 settembre, mentre il Brent è calato a 48,22 dollari al barile (-3%), segnando la quotazione più bassa dal giorno dell’accordo preliminare ad Algeri il mese scorso. Il n

odo da sciogliere è come spalmare il taglio della produzione tra i Paesi esportatori. Ma a rendere più complicato il quadro è il fatto che anche l’Iraq, insieme ad Iran, Nigeria e Libia, chiede di essere escluso dal piano dei tagli alle quote.

Il segretario generale dell’Opec, Mohammed Barkindo, ha cercato comunque di rassicurare affermando che sono stati fatti “significativi passi avanti” ed un’intesa è attesa per il meeting ufficiale dell’Organizzazione il prossimo 30 novembre.

La discesa repentina del petrolio affonda i titoli energetici, che segnano il calo più pesante da un mese a questa parte, trascinando al ribasso i listini del Vecchio Continente. Milano, appesantita in particolar modo anche dalle banche, è maglia nera con un -1,15%, quindi Parigi (-0,86%), Londra (-0,60%) e Francoforte (-0,29%).

A Piazza Affari Eni ha lasciato sul campo oltre il 2% mentre tra i bancari Mediobanca ha ceduto il 4,78%, Unicredit il 3,83%, Intesa Sanpaolo il 2,5%. Nel frattempo rialza la testa lo spread tra il Btp e il Bund, che chiude sui massimi dal referendum sulla Brexit lo scorso giugno.

Il differenziale è salito fino a 154 punti base per poi attestarsi sul finire di seduta a 150 punti, col tasso sul decennale del Tesoro all’1,66%. A pesare, spiegano gli analisti, è “l’incertezza” sull’esito del referendum Costituzionale in programma il 4 dicembre prossimo.

Sui mercati valutari, l’euro continua a cedere terreno contro il biglietto verde sulla scia di speculazioni secondo cui la Banca Centrale Europea, molto probabilmente, estenderà il Qe mentre Oltreoceano la Fed si prepara ad alzare i tassi. La moneta unica è scesa a 1,0948 dollari, segnando ad ottobre un calo del 2,6% nei confronti della divisa americana.

(di Alfonso Abagnale/ANSA)

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