Al via manovra e decreto. Sulle cartelle modifiche in vista

Al via manovra e decreto.Su cartelle modifiche in vista
Al via manovra e decreto.Su cartelle modifiche in vista
Al via manovra e decreto.Su cartelle modifiche in vista

ROMA. – Modifiche in vista per la rottamazione delle cartelle, una delle misure più attese della manovra, contenuta nel decreto fiscale collegato: la possibilità agevolata di chiudere i conti col fisco, infatti, è al centro degli approfondimenti delle commissioni Bilancio e Finanze della Camera, che da domani inizieranno da un lato le audizioni sul provvedimento fiscale e dall’altro apriranno anche i lavori sulla legge di Bilancio.

La manovra, trasmessa sabato al Parlamento con quasi dieci giorni sulla tabella di marcia prevista dalla riforma del bilancio, è stata pubblicata nel testo definitivo, e contiene diverse misure che faranno discutere, da alcune micro-settoriali ‘vietatissime’ dalle nuove regole sul bilancio, ad altre, secondo le opposizioni, meno corpose di quanto annunciato, a partire dalle risorse per rispondere all’emergenza terremoto e alla necessità di un piano straordinario per la messa in sicurezza del territorio.

Le risorse, come è noto, vengono in gran parte proprio dal maggiore spazio di deficit che il governo sta ancora trattando con l’Europa. Il tema resta quello delle regole, ricordate anche dal ministro degli Interni tedesco Thomas de Maiziere: “E’ chiaro – ha detto proprio a proposito della flessibilità chiesta da Roma per sisma e migranti – che ci sono questioni che vanno prese in considerazione, ma ci sono obblighi europei e questo vale per tutte le parti”.

Nelle prossime settimane si vedrà da che parte penderà la bilancia di Bruxelles, anche se intanto si dà ormai per scontato che non arriverà un rigetto, con richiesta immediata di modifiche, del documento programmatico di bilancio. Oltre all’indebitamento, il governo ha puntato in larga parte sul fisco per le coperture, meno dalla spending review.

Dai ministeri, infatti, dovrà arrivare un contributo totale di 728 milioni, mentre le altre risorse indicate nel Dpb arriveranno dal definanziamento di alcuni fondi, come quello per la riduzione della pressione fiscale (per 180 milioni) o quello per le esigenze indifferibili (956 milioni).

Il capitolo più corposo resta la ‘dote’ in arrivo dal decreto fiscale, 4,26 miliardi suddivisi tra recupero dell’evasione grazie alla stretta sulle comunicazioni Iva (2,26 miliardi) e altri due miliardi dall’operazione sulle cartelle esattoriali.

Proprio la necessità di assicurare gettito per il prossimo anno è tra i ‘freni’ a un aumento del tempo per la rateazione per chi aderirà alla rottamazione: il decreto ora prevede infatti che l’importo dovuto, eliminate sanzioni e mora, vada versato al massimo in quattro rate da saldare non oltre il 15 marzo 2018. Una tempistica immaginata proprio per dare certezza agli incassi.

Ma, spiega Paolo Tancredi, uno dei due relatori del decreto, si tratta di “una scadenza un po’ troppo ravvicinata”, visto anche che l’obiettivo della norma, oltre al gettito, è quella di consentire ai molti messi a terra dalla crisi “di mettersi in bonis e riprendere ad investire o lanciare nuove iniziative imprenditoriali”.

Sul fronte delle cartelle altri due nodi sono quelli dei Comuni che non si avvalgono di Equitalia (per cui la norma andrà affinata) e quella dei dipendenti, che al momento del passaggio all’Agenzia delle Entrate dovrebbero superare un ‘esame’ sulle competenze. Infine nella maggioranza, conferma Tancredi, c’è la volontà di inserire nel testo il nuovo ‘pacchetto’ semplificazioni atteso da tempo. Bisognerà vedere però, ammette lo stesso relatore “quanto saranno ‘stretti’ i criteri di ammissibilità”.

(di Silvia Gasparetto/ANSA)

Lascia un commento