Terremoto: nuova forte scossa e arriva il maltempo

Un momento della visita della presidente della Camera Laura Boldrini a Cascia (Perugia), 3 Novembre 2016. ANSA/US/ CAMERA +++ BNO SALES EDITORIAL USE ONLY +++
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Un momento della visita della presidente della Camera Laura Boldrini a Cascia (Perugia), 3 Novembre 2016. ANSA/US/ CAMERA
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NORCIA (PERUGIA). – Una nuova, forte scossa nel Centro Italia, magnitudo 4.8, e la prima pioggia che trasforma in fango la terra nelle tendopoli sono segnali che aggravano il peso dell’urgenza delle decisioni, non solo per gli sfollati a fare i conti col futuro prossimo, ma anche per il premier Matteo Renzi, chiamato a dare col suo Governo risposte decisive. Non è solo una questione di tende o di alberghi, ma anche di risorse vere e soddisfacenti da trovare, cosa possibile liberandosi da vincoli europei non sostenibili in questo frangente.

Ed il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ha ricordato che “il governo ha stanziato le somme necessarie” per fare fronte all’emergenza, “per un totale di 130 milioni” mentre per la ricostruzione sono previsti “266 milioni per il 2016 e 200 milioni per il 2017”.

Renzi ha incalzato ancora una volta l’Unione Europea affinché alleggerisca la morsa sull’Italia, che è chiamata a varare interventi straordinari per la prevenzione antisismica, un lavoro che dovrà durare anni, richiede costi ingenti e va avviato prima possibile.

“Per Casa Italia metteremo i soldi necessari”, ha promesso Renzi ai futuri ingegneri del Politecnico di Milano. Ed “è impensabile che per la stabilità della Ue, crollino le scuole”, ha anche criticato Bruxelles sottolineando che “l’Italia non è la Bella addormentata nella Ue”. Messaggi di un premier che rivendica per il Paese un protagonismo nelle scelte, quanto meno perché imposto dall’emergenza.

Non è l’unico messaggio di oggi. In un altro ha collocato idealmente l’Europa a Norcia. E non tanto perché San Benedetto è il patrono del continente, come si legge sui grandi cartelli posti agli ingressi del paese. Ma per una similitudine evidente con le macerie del centro della Valnerina. “L’Europa oggi ha sede a Norcia – ha detto Renzi – non solo perché l’Europa va ricostruita ma perché i borghi sono l’anima del nostro Paese”, vi è radicata l’identità.

Renzi ne ha parlato mentre la terra trema ancora (anche oggi scosse di assestamento), la geografia cambia (15 chilometri lo ‘scalino’ misurato dai geologi sul Monte Vettore) e decine di migliaia di persone di Umbria, Marche e Lazio desiderano solo di tornare nelle proprie case.

Alle parole del presidente del Consiglio c’è stata replica della Ue. “Valuteremo i costi del terremoto quando e se riceveremo tutti i dettagli dalle autorità” italiane, ha detto un portavoce da Bruxelles, da dove si è voluto aggiungere che il presidente della Commissione Juncker e i commissari per la crisi Stylinides e Cretu “seguono la situazione in Italia con grande preoccupazione” e “sono pronti ad aiutare in modo concreto” “se l’Italia ne farà richiesta”.

Oggi a incontrare gli abitanti delle zone terremotate è andata la presidente della Camera dei deputati, Laura Boldrini. Anche lei ha parlato di ricostruzione: “Questa è una scommessa che il Paese fa”, e in questo senso, ha evidenziato, “la prima grande opera pubblica è la messa in sicurezza del territorio del Paese” altamente sismico da Nord a Sud.

“Tutti noi dobbiamo avere come priorità numero uno la messa in sicurezza” dell’Italia, ha ribadito Laura Boldrini. Il 7 novembre alla Camera, in sede di legge di bilancio, ascolterà bene i sindaci dei Comuni del ‘cratere’ attivo dal 24 agosto. Invece, alle forze politiche impegnate nel ‘decreto terremoto’ (ora al Senato), ha fatto appello “perché diano il meglio” nel rispetto delle popolazioni colpite.

In queste ore nelle aree del terremoto va in scena il film consueto e mesto degli sfollati e di chi ha perso molto o tutto: il recupero degli oggetti nelle aree a rischio, la sistemazione di emergenza (alberghi, seconde case, tendopoli dove si cammina nel primo fango verso l’inverno, ancora in auto oppure in camper), l’attesa per decisioni che vengono dall’alto, l’angoscia più o meno celata per nuove scosse.

Nel Maceratese devono smaltire la paura per quella forte della notte. Paura che si aggiunge a paura. Sul lato umbro, all’apparenza placatosi, si tenta di riorganizzare la vita sociale ed economica. A Norcia e Cascia è stata riallestita in campi l’assistenza sanitaria pubblica con ambulatori, sale di riabilitazione, addirittura gli alpini hanno portato una ‘radiologia da campo’ dove fare raggi X e ecografie. Assicurare i servizi ai cittadini è un lavoro imponente e in questa fase gli ostacoli sono ovunque. La stessa viabilità è difficile: strade importanti sono chiuse per frane, cadute massi e altri pericoli e si deve transitare per angusti valichi di montagna.

(dell’inviato Michele Giuntini/ANSA)

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